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domenica 26 marzo 2017

Il nipote di Archimede - Il campeggio

Il campeggio mantiene sempre intatto il suo fascino: l'idea di una vacanza all'aperto fa  proseliti in qualsiasi generazione.
Perciò, che abbiate fatto parte dei boy scouts o vi siate limitare a campeggiare con pochi amici, scommetto che l'entusiasmo vi ha sempre accompagnato nelle vostre escursioni.
E allora, visto che l'ultima volta ci siamo cimentati in una traduzione dal greco, adesso facciamo l'esercizio inverso e proviamo a scrivere direttamente nella lingua dell'irriverente Esopo.

Ὁ τοῦ  Ἀρχιμήδους υἱωνός

Τὸ σκήνημα


Ὁ Γλαῦκος καὶ οἱ φίλοι αὐτοῦ ἠγοράκεσαν τὰ σιτία καὶ παρεσκευάκασι τὰς σαγάς.
Τῶν παίδων τοῦ ὄρους ἐπιβάντων , οἱ μὲν  πῦρ ἔκαυσαν , οἱ δὲ ἔπηξαν τὰς σκηνάς.
Νυκτὸς δʹἐπιγενομένηϛ, πάντες ἅμα ἐδείπνησαν καὶ πρὶν καθεύδειν  ἐλάλησαν καὶ σκώμματα ἔλεξαν.
Τῇ δʹὑστεραίᾳ πάντες οἱ μαθηταὶ    ἐβάδισαν τῇ ὕλῃ· ὁ Ἰδομενεὺς ἐβούλετο τοὺς πιθήκους μιμεῖσθαι καὶ διὰ τοῦτο ἀνέβη ἐπὶ τι δένδρον.
Ὁ μὲν καθήμενοϛ ὑψελῷ δένδρῳ ἔπαιζε πρὸς τοὺς  ἄλλους παῖδας ἀλλὰ ὁ κλάδος ἐξεκλάσθη καὶ ὁ Ἰδομενεὺς ἔπεσε ἐπὶ ταῖς κνίδαις.
Οἱ φίλοι ἐξέβαλον  τὰς ἀκάνθας ἐκ τοῖν γλουτοῖν τοῦ ἡμετέρου ἥρωος διὰ ἡμιωρίου.
Χρὴ τοὺς βελτίους ἡμῶν μιμεῖσθαι καὶ μὴ τοὺς κακίονας.

Σ.Δ.

Il nipote di Archimede
Il campeggio

Glauco ed i suoi amici avevano acquistato le provviste e preparato gli zaini.
Una volta  giunti al monte, alcuni accesero il fuoco, altri piantarono le tende.
Calata la notte, cenarono tutti insieme e prima di andare a dormire chiacchierarono e raccontarono barzellette.
Il giorno dopo tutti gli scolari fecero una passeggiata nel bosco; Idomeneo voleva imitare le scimmie e, per questo, salì su un albero.
Appollaiato sulla cima dell'albero, scherniva gli altri bambini ma il ramo si spezzò e Idomeneo cadde sulle ortiche.
Gli amici tolsero le spine dal deretano del nostro eroe per una buona mezz'ora.
Bisogna imitare quelli che sono migliori di noi e non quelli che sono peggiori.

venerdì 24 marzo 2017

Thinking outside the box


E, allora, seguiamo il consiglio di Orazio e proviamo a suggerire una chiave di lettura nuova dell'Odissea.
Tra le espressioni divenute ormai un cliché nel mondo degli affari c'è sicuramente quella che regala il titolo al post odierno.
In effetti, pensare in modo creativo, approcciare i problemi in modo innovativo, uscire fuori dagli schemi abituali è sicuramente affascinante; sarete tutti d'accordo, quindi, che, se si tratta di estrarre dal cilindro idee geniali, ὁ πολύμητις Ὀδυσσεύς è, indubbiamente, il più bravo di tutti.
Come ricorderete, nel libro IX Ulisse racconta la sua avventura nella terra dei Ciclopi.
Intrappolato nella spelonca del selvaggio Polifemo, il nostro eroe è proprio nei guai....Polifemo è troppo grande, troppo forte e gioca in casa: nelle caverne accanto alla sua vivono gli altri Ciclopi che, all'occorrenza, sono pronti a dargli man forte.
Inoltre, la sua è una corsa contro il tempo..Ogni volta che arriva l'ora dei pasti, Polifemo gli divora due compagni.
Mano al vocabolario, dunque, ed iniziamo a tradurre... Trattandosi di versi, per consentire, il più possibile, la mappatura con i vocaboli greci, la traduzione non sarà molto “fluida” ( a chi non interessa fare esercizio insieme a me e desidera godersi una traduzione elegante, consiglio quella di Pindemonte [N.D.R.: già, proprio lui, quello dei versi del Foscolo!] ).

τὸν μὲν ἐγὼ βούλευσα κατὰ μεγαλήτορα θυμὸν
ἆσσον ἰών, ξίφος ὀξὺ ἐρυσσάμενος παρὰ μηροῦ,
οὐτάμεναι πρὸς στῆθος, ὅθι φρένες ἧπαρ ἔχουσι,
χείρ᾽ ἐπιμασσάμενος: ἕτερος δέ με θυμὸς ἔρυκεν.
αὐτοῦ γάρ κε καὶ ἄμμες ἀπωλόμεθ᾽ αἰπὺν ὄλεθρον:
οὐ γάρ κεν δυνάμεσθα θυράων ὑψηλάων
χερσὶν ἀπώσασθαι λίθον ὄβριμον, ὃν προσέθηκεν.


Ed io, dunque, concepii, nel [mio] grande cuore, il piano
di avvicinarmi a lui e, sguainata dal fianco la spada tagliente,
al petto ferirlo, là dove il diaframma cinge il fegato
stringendo [la spada] nella mano; ma un altro pensiero mi trattenne,
che anche noi saremmo morti in modo terribile;
non saremmo stati capaci, infatti, dall'alto ingresso
di spostare con le [nostre] mani il masso enorme che vi aveva collocato innanzi.

Già, la prima cosa che ci viene in mente difficilmente è la risposta giusta al nostro problema. Fortunatamente, a Ulisse le idee non mancano...

ἥδε δέ μοι κατὰ θυμὸν ἀρίστη φαίνετο βουλή.
Κύκλωπος γὰρ ἔκειτο μέγα ῥόπαλον παρὰ σηκῷ,
χλωρὸν ἐλαΐνεον: τὸ μὲν ἔκταμεν, ὄφρα φοροίη
αὐανθέν. τὸ μὲν ἄμμες ἐίσκομεν εἰσορόωντες
ὅσσον θ᾽ ἱστὸν νηὸς ἐεικοσόροιο μελαίνης,
φορτίδος εὐρείης, ἥ τ᾽ ἐκπεράᾳ μέγα λαῖτμα:
τόσσον ἔην μῆκος, τόσσον πάχος εἰσοράασθαι.
τοῦ μὲν ὅσον τ᾽ ὄργυιαν ἐγὼν ἀπέκοψα παραστὰς
καὶ παρέθηχ᾽ ἑτάροισιν, ἀποξῦναι δ᾽ ἐκέλευσα:
οἱ δ᾽ ὁμαλὸν ποίησαν: ἐγὼ δ᾽ ἐθόωσα παραστὰς
ἄκρον, ἄφαρ δὲ λαβὼν ἐπυράκτεον ἐν πυρὶ κηλέῳ.

καὶ τὸ μὲν εὖ κατέθηκα κατακρύψας ὑπὸ κόπρῳ,
ἥ ῥα κατὰ σπείους κέχυτο μεγάλ᾽ ἤλιθα πολλή:
αὐτὰρ τοὺς ἄλλους κλήρῳ πεπαλάσθαι ἄνωγον,
ὅς τις τολμήσειεν ἐμοὶ σὺν μοχλὸν ἀείρας
τρῖψαι ἐν ὀφθαλμῷ, ὅτε τὸν γλυκὺς ὕπνος ἱκάνοι.

E questo sembrò al mio cuore il piano migliore.
Lì nel suolo vi era, infatti, un grosso tronco del Ciclope, [buono] per [fare] un recinto,
verde, di olivo; lo aveva tagliato per portarselo con sé,
una volta secco. Quando lo vedemmo pensammo che
fosse grande quanto l'albero di una nera nave da venti remi,
un mercantile, ampio di raggio, che attraversa il grande golfo;
tanto era lungo e tanto era spesso a guardarlo.
Di questo ne tagliai circa 6 piedi
e lo passai ai compagni, ordinando loro di pulirlo;
ed essi lo levigarono; io, [lavorando] accanto a loro , ne appuntii
l'estremità e afferrandolo immediatamente la temprai sul fuoco fiammeggiante.

Poi lo deposi a terra pian piano, nascondendolo bene sotto lo sterco,
che si stendeva in grandi mucchi lungo la grotta;
infine spinsi i miei compagni a tirare a sorte tra loro,
chi di essi avrebbe dovuto avere il coraggio di sollevare con me il palo
e di conficcarlo nell'occhio [del Ciclope], una volta che il dolce sonno lo avesse vinto.

...e, infatti, trasforma un “walking stick” (anche se “formato gigante” ) in un'arma “intelligente” e poi, per celarla, si arrangia come può...
Quando tutto è pronto, si passa all'azione: Ulisse fa ubriacare Polifemo e, con l'aiuto dei suoi compagni, lo acceca. Polifemo chiama in suo aiuto gli altri Ciclopi ma..

τίπτε τόσον, Πολύφημ᾽, ἀρημένος ὧδ᾽ ἐβόησας
νύκτα δι᾽ ἀμβροσίην καὶ ἀύπνους ἄμμε τίθησθα;
ἦ μή τίς σευ μῆλα βροτῶν ἀέκοντος ἐλαύνει;
ἦ μή τίς σ᾽ αὐτὸν κτείνει δόλῳ ἠὲ βίηφιν;

τοὺς δ᾽ αὖτ᾽ ἐξ ἄντρου προσέφη κρατερὸς Πολύφημος:
ὦ φίλοι, Οὖτίς με κτείνει δόλῳ οὐδὲ βίηφιν.

Da quale male sei afflitto, o Polifemo, che lanci grida
nella dolce notte e ci svegli?
Forse qualche mortale ti porta via le pecore contro la tua volontà?
Forse qualcuno ti uccide con l'inganno oppure con la forza?

Dall'interno della spelonca rispose loro il potente Polifemo:
O amici, Nessuno mi uccide con l'inganno e non con la forza.”

Già, Ulisse aveva detto al Ciclope di chiamarsi “Nessuno”....Particolare non trascurabile, in quanto tutto il suo piano, come lui stesso ci confida, si basa sull'equivoco generato da questa parola...A volte, “thinking outside the box” è anche divertente!
A questo punto, la parte più difficile: uscire dalla grotta.

ἄρσενες ὄιες ἦσαν ἐυτρεφέες, δασύμαλλοι,
καλοί τε μεγάλοι τε, ἰοδνεφὲς εἶρος ἔχοντες:
τοὺς ἀκέων συνέεργον ἐυστρεφέεσσι λύγοισιν,
τῇς ἔπι Κύκλωψ εὗδε πέλωρ, ἀθεμίστια εἰδώς,
σύντρεις αἰνύμενος: ὁ μὲν ἐν μέσῳ ἄνδρα φέρεσκε,
τὼ δ᾽ ἑτέρω ἑκάτερθεν ἴτην σώοντες ἑταίρους.
τρεῖς δὲ ἕκαστον φῶτ᾽ ὄιες φέρον: αὐτὰρ ἐγώ γε
ἀρνειὸς γὰρ ἔην μήλων ὄχ᾽ ἄριστος ἁπάντων,
τοῦ κατὰ νῶτα λαβών, λασίην ὑπὸ γαστέρ᾽ ἐλυσθεὶς
κείμην: αὐτὰρ χερσὶν ἀώτου θεσπεσίοιο
νωλεμέως στρεφθεὶς ἐχόμην τετληότι θυμῷ.
ὣς τότε μὲν στενάχοντες ἐμείναμεν Ἠῶ δῖαν.

Vi erano dei montoni, ben nutriti e di vello folto,
belli e grandi, di una lana color porpora;
questi, senza far rumore, legai insieme con ramoscelli attorcigliati,
sui quali il Ciclope, quel mostro senza legge, di solito dormiva,
prendendone tre alla volta: quello nel mezzo avrebbe portato un uomo
e gli altri due, che andavano ai lati, avrebbero protetto i [miei] compagni.
Perciò, ogni [gruppo] di tre pecore portava un uomo; io, invece,
poiché c'era un montone, di gran lunga il più bello di tutto il gregge,
avendolo afferrato per il dorso, mi rigirai sotto la sua pancia
lanosa, avvinghiandomi con le mani al suo splendido mantello di lana,
e mi stesi lì, faccia in su, con cuore deciso.
Così, gemendo, aspettammo l'alba radiosa.

Ed il mattino seguente Polifemo, per far uscire il gregge, deve per forza rimuovere il masso...

A questo punto, se volete, potete divertirvi ad elencare tutte quelle che ritenete le “best practices” contenute in questi stralci.

Best wishes.