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martedì 7 maggio 2013

Quando regnava la bicicletta

Tempo di Giro d'Italia e quindi è giusto dedicare la dovuta attenzione al veicolo mito dei nostri nonni. La bicicletta è stata, per decenni, l'unico mezzo di trasporto per le classi non agiate e, al tempo stesso, uno dei pochi sport praticati dai giovani di allora.
Già, la bicicletta per andare al lavoro: come non citare “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, indimenticabile fotografia di una Roma che ancora conservava tutta la sua umanità?
E la bicicletta fu grande passione sportiva: l'Italia operaia, che usava, per l'appunto, la bicicletta per necessità, si immedesimava nei grandi campioni. Secondo uno dei vari romanzi , fu la sua grande amicizia per Girardengo a far cadere in trappola Sante Pollastri, il più famoso bandito degli anni '20 (per completezza, bisogna dire che il Pollastri era anche considerato, dagli anarchici, una specie di eroe). E la stessa passione continuò nel dopoguerra, con la “rivalità” tra Coppi e Bartali, probabilmente i due ciclisti italiani più grandi di tutti i tempi, così come il celebre “passaggio della borraccia” divenne un'icona della sportività nonchè, a tutti gli effetti, un modismo della nostra lingua, con pari dignità, a mio avviso, di quelli coniati dal Manzoni.
Ma passiamo ai nostri giorni..la bicicletta ha perso quel ruolo socio-economico che aveva decadi or sono..Sicuramente sudiamo di più a casa o in palestra su una cyclette, cercando di bruciare quelle calorie in più che ci regala il nostro stile di vita, che “su strada”. Ormai, per i suoi amanti, la bicicletta, più che uno sport o un mezzo di trasporto, è principalmente un momento di relax, da godersi con la famiglia o con gli amici la domenica sulle piste ciclabili. Comunque è un bel tramonto.

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