Editore di Directory Italia - http://directory-italia.blogspot.com/

mercoledì 24 agosto 2016

Vacanze in montagna

Ok, facciamo un break e lasciamo da parte , per un po', genitivo assoluto, duale, perifrastica passiva,  coniugazione di verbi e declinazione dei sostantivi del greco antico.
Visto che è ancora tempo di vacanze e che alcuni, per sfuggire alla calura estiva, avranno sicuramente scelto “la montagna”, parleremo, oggi, di uno dei libri più importanti della prima metà del Novecento: “Der Zauberberg “, ossia “La montagna incantata” (Thomas Mann, 1924).
Se l'obiettivo iniziale era, forse, quello di scrivere una parodia dei sanatori dove i malati ricchi trascorrevano degli anni, il successivo precipitare degli eventi internazionali [Mann iniziò a scrivere “La montagna incantata” nel 1912] spinse l'autore a ripensare e ad ampliare i confini dell'opera.
Mentre, infatti, nella parte iniziale è prevalente la satira verso questi luoghi di cura dove l'aria è buona, i pasti pantagruelici, i divertimenti e gli intrattenimenti culturali frequenti, i flirt deliziosi, ma la gente, invece di guarire, peggiora (e anzi, chi è sano, come il protagonista, si ammala!!), successivamente l'attenzione si sposta sullo scontro ideologico tra le principali scuole di pensiero d'inizio secolo.
Ma procediamo con ordine.
Hans Castorp, un giovane ingegnere, si reca a far visita a suo cugino che è ricoverato nel sanatorio di Berghof.
Quello che doveva essere un breve soggiorno (Hans aveva progettato di restare solo 2 settimane...), si trasforma, però, in una lunghissima degenza: il protagonista farà ritorno alla “pianura” dopo 7 anni!!!
Resterà, infatti, “incantato” dal micromondo con il quale è entrato in contatto e, quando giunge il momento di tornare a casa, si ammala: anche se inconsciamente, Hans non vuole tornare a casa senza aver soddisfatto, prima, la sua sete di apprendimento.
Del resto, Hans è un giovane borghese, abbastanza ricco e abbastanza colto, quindi ha l'ambizione, legittima, di imparare non seguendo la strada “normale” della classe sociale alla quale appartiene ma incamminandosi, invece, per quella che lui chiama "la strada geniale” , che è più tortuosa e passa attraverso la malattia.
E così viene colpito da una “febbre” che proprio non vuole saperne di scomparire e diviene, da ospite, un “paziente” del sanatorio di Berghof che, come abbiamo avuto modo di dire, è, a tutti gli effetti, un piccolo mondo: i pazienti sono di età, estrazione sociale e culturale diversa e provengono da quasi tutti gli angoli del pianeta.
L'unica cosa che differenzia veramente la “montagna” dalla “pianura” è il trascorrere del tempo: sembra quasi che il tempo non importi o che abbia, comunque, un valore diverso.
Così, in questi giorni senza tempo, si costruisce l'educazione sentimentale di Hans, con il contributo di due “pedagoghi” d'eccezione : il massone Ludovico Settembrini ed il gesuita Leo Naphta.
Nelle diatribe filosofiche che ne seguono, è quasi sempre quest'ultimo a riportare la vittoria: non perché sia più colto o più intelligente ma, semplicemente, perché è più guardingo e più malizioso.
Mentre Settembrini sogna la liberazione dell'umanità e la sua emancipazione dalla sofferenza attraverso il progresso e la cultura, Naphta odia e deride la democrazia “borghese” e le sue velleità che, profetizza, saranno spazzate via dal nascente socialismo.
Naturalmente, tra i due, le mie simpatie vanno a Settembrini che, nonostante la malattia e la povertà, riesce a mantenere la propria umanità e poco importa se le sue tesi ne escano quasi sempre sconfitte: il futuro che Naphta auspica è poco appetibile per chi la libertà ed il progresso li ha potuti apprezzare.
Nel frattempo qualcosa cambia, persino sulla “montagna incantata”: un nervosismo nuovo si è fatto strada nel sanatorio.
La “Belle Époque” sta per finire e siamo, infatti, al preludio della Prima Guerra Mondiale.
Naphta diviene sempre più maligno: quando l'intelligenza, anziché inseguire l'utopia, si dedica esclusivamente a stroncare le speranze altrui, diviene "ossessione" e l'epilogo delle discussioni tra i due “pedagoghi” è drammatico.
Hans resterà ancora del tempo sulla “montagna incantata”, prima di essere dichiarato “guarito”.
Fatto ritorno alla “pianura”, pur essendo tutt'altro che un “militarista”, si arruolerà e attraverserà, anonimamente e con uno spirito nuovo, i campi di battaglia della Grande Guerra.
Il suo periodo di “autoformazione” si è concluso.

giovedì 11 agosto 2016

Il nipote di Archimede - La band


Qualche giorno fa, mentre ero in autobus, ho visto un cartellone pubblicitario che annunciava il concerto rock promosso da Postepay: starring gli "Iron Maiden" e, ospiti, tanti altri gruppi storici, come i "Saxon".
E, così, mi sono ricordato di quando l'Heavy Metal entrò anche nel nostro liceo; l'interesse per il "metallo pesante", in verità, durò poco ma, comunque, per qualche tempo, spillette, braccialetti, lucchetti e catenine adornarono le nostre giornate.
Nacque una "band" e ci fu, perfino, il primo, storico, concerto "hard rock" del liceo.
Del resto, anche nella vostra scuola si sarà tenuto un concerto rock, hard rock o punk rock, giusto?
Proviamo ad immaginare, allora, con le dovute differenze, quello che potrebbe essere successo nello spaziotempo che abbiamo inventato.

Post precedenti:
  1. Prologo
  2. La torta 
  3. Il nuovo scolaro
  4. La rapsodia 
  5. La lotta 
  6. L'estate 
  7. Gli immigrati 
  8. Le Olimpiadi dei bambini
  9. Il gran giorno di Diocle
  10. L'ora di religione
  11. L'ospedale delle bambole
  12.   Il giorno delle elezioni

 

Ὁ τοῦ  Ἀρχιμήδους υἱωνός

Ὁ χορός

-Οἱ κάχληκες βαλλίζοντες 1 - τὸ ὄνομα τοῦ χοροῦ ἦν.
Ὁ μὲν Γλαῦκος ἐκιθάριζε,  ὁ δὲ ἀδελφὸς αὐτοῦ  ηὔλει καὶ ὁ Ἰδομενεὺς ἐτυμπάνιζε.
Ἡ οὖν Ἀσπασία ἡ τοῦ χοροῦ ᾠδὸς ἦν.
Παρὰ τὸν  καιρὸν οἱ ἡμέτεροι ἥρωες  τὰ πρόσωπα γεγραμμένοι ἦσαν καὶ διερρήχεσαν  τὰ ἱμάτια.
Ἡ συναυλία ἐγένετο ἐπίσκοπος καὶ πάντες  οἱ παῖδες ἐκρότησαν τὸν χορόν.
Τῶν δὲ μουσουργῶν οἴκαδε ἐπανελθόντων, οἱ γονεῖς ἐμέμψαντο τοὺς διαρρήξαντας τὰ ἱμάτια καὶ, τρίβοντες τῷ νίτρῳ, ἔνιψαν τὰ πρόσωπα αὐτῶν.    
Πολλάκις οἱ τεχνῖται οὐ τιμῶνται ἐν ταῖς οἰκίαις ἑαυτῶν.
Σ.Δ.


Il nipote di Archimede
La "band"
-I ciottoli ballerini- era il nome della band.
Glauco suonava la cetra, suo fratello [suonava] il flauto e Idomeneo [suonava] il timpano.
Aspasia, infine, era la cantante del gruppo.
Per l'occasione, i nostri eroi si erano pitturati il viso e avevano fatto i vestiti a brandelli.
Il concerto fu un successo e tutti i bambini applaudirono la band.
Quando, però, i musicisti tornarono a casa, i genitori li rimproverarono perchè avevano lacerato i vestiti e, strofinando con il bicarbonato di sodio, lavarono loro la faccia.
Gli artisti, spesso, in casa propria non vengono rispettati.


1. Un piccolo omaggio, ovviamente, alla rock band per antonomasia!