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domenica 30 agosto 2015

Caro amico di penna...

Già...quando non c'era Internet e da ragazzi si voleva praticare un po' d'inglese, interagendo con un coetaneo di madre lingua, la professoressa ci suggeriva di iniziare un'amicizia per corrispondenza e ”Dear Pen Pal” era l'inizio quasi obbligatorio di ogni missiva (se non altro, perché Snoopy iniziava così le sue!!!!!).
Difficilmente, però, ci rivolgeremmo in questo modo al personaggio creato da Guy de Maupassant, Georges Duroy o, in arte, “Bel Ami”, in quanto dalla sua amicizia (e dalla sua penna) è meglio guardarsi.
Esatto, il romanzo di oggi è proprio “Bel Ami” (1885) , un efficace ritratto dell'arrampicatore sociale senza patria  nonché dell'alta società parigina del XIX secolo.
Georges Duroy è un uomo mediocre, nel cuore e nel cervello, ma è molto ambizioso, non ha scrupoli di sorta ed è di bell'aspetto.
Passeggiando per le vie di Parigi, un giorno incontra un suo vecchio commilitone che lo introduce nel mondo del giornalismo. E poco importa se Bel Ami sa a malapena tener la penna in mano e fa a pugni con i fogli di carta....”L'importante, è saper zittire gli interlocutori e non far emergere la propria ignoranza”. E così, poco a poco, impara il mestiere e comincia la sua scalata sociale, grazie all'appoggio di donne potenti che riesce a far innamorare di sé. E, soprattutto, si rende conto che “il giornalismo e la politica sono gli strumenti migliori per curare i propri interessi” e così la sua ambizione si fa sempre più smisurata....
Confesso che, al momento, non ricordo di aver mai fatto tanto tifo contro il protagonista di un romanzo come in questo caso, auspicando che prima o poi il frutto dei suoi intrighi venisse giù come un castello di carte, ma è stato tutto lavoro invano....Alla fine, Bel Ami trionfa e probabilmente è proprio questa la chiave del fascino del romanzo di Maupassant: un cinismo imperante, che non lascia spazio a buoni sentimenti né a un happy end.

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sabato 8 agosto 2015

Notti Attiche

Si avvicinano le vacanze e, sarà perché io non sono proprio un amante delle vacanze avventurose né degli sport estremi, ma amo invece la tranquillità ed il relax della spiaggia, magari con un buon libro, che mi è venuta in mente l'opera di Aulo Gellio: “Noctes Atticae” .

Herodes Atticus, vir et Graeca facundia et consulari honore praeditus, accersebat saepe, nos cum apud magistros Athenis essemus, in villas ei urbi proximas me et clarissimum virum Servilianum compluresque alios nostrates, qui Roma in Graeciam ad capiendum ingenii cultum concesserant. Atque ibi tunc, cum essemus apud eum in villa, cui nomen est Cephisia, et aestu anni et sidere autumni flagrantissimo, propulsabamus incommoda caloris lucorum umbra ingentium, longis ambulacris et mollibus, aedium positu refrigeranti, lavacris nitidis et abundis et collucentibus totiusque villae aquis undique canoris atque avibus personante


Erode Attico, uomo provvisto di eloquenza greca e degli onori consolari, spesso invitava, mentre eravamo studenti ad Atene, nelle sue ville vicino alla città, me e l'illustrissimo Serviliano e molti altri nostri concittadini, che avevano abbandonato Roma per conseguire la coltivazione dell'ingegno. E lì, quando eravamo presso di lui nella villa chiamata Cefisia, durante l'afa estiva e il caldissimo sole autunnale, ci difendevamo dalle incomodità del caldo con l'ombra dei grandi boschi, con i lunghi e concilianti viali, con la fresca posizione della casa, con i bagni con abbondante acqua sorgiva, con la bellezza della villa in ogni cosa, ovunque risonante per il canto degli uccelli e lo scorrere delle acque.

Già, una volta, per imparare, si andava in Grecia, mentre oggi, se si vuole migliorare il proprio CV, si scelgono altre destinazioni...Comunque, che si tratti di vacanze studio, di vacanze lavoro, di viaggi avventurosi , di vacanze con annesso corso di sopravvivenza (chi lo sa, può sempre tornare utile!), di vacanze in centri benessere o di vacanze di ozio puro...BUONE VACANZE!

mercoledì 5 agosto 2015

El Libertador

Beh, quelli che amano la Storia avranno già indovinato....”El Libertador” è Simón Bolivar e oggi continueremo, facendo un bel balzo in avanti nel tempo rispetto alla volta scorsa, a parlare di imperi che crollano.
Già, perché Bolivar guidò la liberazione di quelle terre che oggi sono l'Ecuador, la Colombia, il Venezuela, Panama, il nord del Perù ed il nord-ovest del Brasile ed è un vero e proprio simbolo dell'anti-imperialismo in America Latina.
Ma vediamo di riassumere quello che era il suo pensiero politico, che tutt'oggi ha dei seguaci...Per Bolivar, l'impero produce ingiustizia e tirannia e quindi racchiude in sé i germi della propria distruzione; una piccola repubblica, invece, non ha bisogno di espandersi e così è al riparo dal commettere ingiustizie e, avendo una maggiore stabilità, può dedicarsi esclusivamente al benessere della gente. Bolivar sognava, dunque, per l'America Latina, 17 repubbliche e dedicò tutta la sua vita a questo ideale; conobbe due volte l'esilio, la seconda volta ad Haiti, che aveva ottenuto da poco l'indipendenza dalla Francia (e, visto che va di moda parlare di respingimenti e di innalzare barriere anche oltralpe, colgo l'occasione per ricordare che Alexandre Dumas, che di Bolivar era contemporaneo, aveva sangue haitiano: suo padre era mulatto).
Ad ogni buon conto, alla morte di Bolivar, la maggior parte delle colonie spagnole e portoghesi in America Latina avevano conquistato l'indipendenza e alla Spagna restavano solo Cuba e Porto Rico.
La figura di maggior carisma nella lotta per l'indipendenza di Cuba fu senza dubbio José Martí, poeta, giornalista ed eroe nazionale cubano. Morirà in battaglia e tre anni dopo Cuba passerà sotto il controllo degli Stati Uniti.
Martí comprese presto che dietro la “dottrina Monroe” si celavano altri pericoli per la sovranità nazionale dei paesi dell'America Latina e che un colonialismo di un diverso genere poteva arrivare proprio dagli Stati Uniti, perciò auspicava supporto reciproco tra le ex-colonie (già, visto che abbiamo citato Dumas, a questo punto, l'immortale motto dei 3 moschettieri ci va a pennello : “Tutti per uno!”) e vediamo che anche il suo pensiero ha tutt'oggi molti seguaci.
Martí poeta, poi, ha un altro grande merito: i suoi “Versos Sencillos” (“Versi semplici”) sono la base del testo della canzone "Guantanamera".

P.S. : La Coppa "Libertadores", l'equivalente sudamericana della Champions League europea, si chiama così in omaggio agli eroi delle nazioni sudamericane, tra i quali spicca, per l'appunto, Simón Bolivar.