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domenica 26 ottobre 2014

Si salvi chi puo'

Chissà perché... Sembra quasi inevitabile che se vogliamo raggiungere la vera felicità dobbiamo andare in un altro posto. Magari ci hanno raccontato troppe favole quando eravamo bambini, ma non credo che dipenda dall'età.. A chi non piacerebbe salvare la bella prigioniera e volar via su un cavallo alato?

Il destrier punto, ponta i piè all’arena
e sbalza in aria, e per lo ciel galoppa;
e porta il cavalliero in su la schena,
e la donzella dietro in su la groppa.
Così privò la fera de la cena
per lei soave e delicata troppa.
Ruggier si va volgendo, e mille baci
figge nel petto e negli occhi vivaci.

Già, rieccoci con l'Orlando furioso (canto X vv.112) e con il modernissimo Ariosto...Ruggiero ha appena salvato Angelica, che era stata incatenata ad uno scoglio per essere sacrificata , dal mostro marino e mentre fuggono con l'ippogrifo, il paladino già sogna la ricompensa (e l' “Angelica liberata da Ruggiero” fu immortalata, tra gli altri, da De Chirico, a dimostrazione che il suo fascino attraversa i secoli).
Ma sarà davvero "happy end"? No, perché Angelica, sul più bello, ruba l'anello magico a Ruggiero, che perde pure il cavallo alato e resta così appiedato. Quando ti dice male....
E se provassero i paladini, ogni tanto, a farsi salvare?

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domenica 19 ottobre 2014

Il talismano

Possiamo chiamarlo amuleto, portafortuna, talismano... Sono sicuro che ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, ne ha avuto uno.
Non bastano i soldi, né una solida cultura scientifica...Se non abbiamo già ceduto, prima o poi cederemo.

Plutarco - Vita di Pericle


Allora, la piaga che colse Pericle sembrerebbe non conseguenza di un attacco violento, come per gli altri, né acuto, ma di uno che, attraverso una debole infezione che si prolungava in cambiamenti di vario colore, mandava in rovina lentamente il corpo e indeboliva la lucidità dell'anima. Certo è che Teofrasto nell'”Etica”, interrogandosi se il carattere segue il cammino tracciato dalla propria sorte ed è spinto dalle sofferenze del corpo ad abbandonare la via della virtù, ha raccontato che Pericle, quando era malato, mostrò a uno degli amici che era venuto a visitarlo un amuleto che gli era stato appeso al collo dalle donne, a dimostrazione di quanto fosse malato per accettare tale schiocchezza.

 Beh, se perfino un simbolo come Pericle, allievo di Anassagora (che, oltre che filosofo, era uno scienziato!), ha sentito la necessità, talvolta, di cercare aiuto in un oggetto, di certo io non rinuncio ai miei, un po' per affetto, dato che mi sono stati donati da persone per me importanti , e un po' perchè ricordarsi sempre della propria fragilità è un buon pungolo ad essere migliori.



sabato 18 ottobre 2014

Presagi

Quello dei presagi è uno di temi che, anche in un mondo sempre più dominato dalla scienza e dalla tecnica, saranno sempre oggetto di interesse.
Perfino il più scettico, di fronte ad un sogno o ad un avvenimento insolito, almeno per un momento, esiterà... I Romani, del resto, attribuivano grande importanza ai presagi. 
Andiamo a leggerci, allora, quello che scriveva Valerio Massimo, che di presagi dovrebbe intendersene, avendogli dedicato il primo dei suoi 9 libri "Factorum et dictorum memorabilium" ("Di gesta e racconti memorabili").
Sceglieremo, ovviamente, uno di quelli più noti....

C. autem Mario observatio ominis procul dubio saluti fuit, quo tempore hostis a senatu iudicatus in domum Fanniae Minturnis custodiae causa deductus est. animadvertit enim asellum, cum ei pabulum obiceretur, neglecto eo ad aquam procurrentem. quo spectaculo deorum providentia quod sequeretur oblatum ratus, alioquin etiam interpretandarum religionum peritissimus, a multitudine, quae ad opem illi ferendam confluxerat, inpetravit ut ad mare perduceretur ac protinus naviculam conscendit eaque in Africam pervectus arma Sullae victricia effugit.

L'osservazione di un presagio fu senza dubbio la salvezza per C. Mario, quella volta in cui, essendo stato giudicato, dal Senato, nemico [di Roma], fu condotto per motivi di custodia in casa di Fannia Minturnia. Infatti vide un asinello che, come gli si offrì del foraggio, ignorandolo correva verso l'acqua. Ritenuto che con quello spettacolo la provvidenza divina gli avesse mostrato quello che sarebbe successo dopo, essendo espertissimo, inoltre, nell'interpretare i prodigi divini, dalla moltitudine, che si era radunata per portargli aiuto, ottenne che venisse condotto al mare e si imbarcò subito su una piccola barca; approdato così in Africa, sfuggì le armi vittoriose di Silla.

Beh, un po' di umiltà non guasta mai: a volte conviene dar retta anche agli asini.

domenica 12 ottobre 2014

Ripresa economica

Va beh, non possiamo esimerci dal trattare, anche noi, uno dei temi principali di questi giorni, ossia il lavoro. E andiamo a vedere cosa ci suggerisce Socrate...
Da “I Memorabili” di Senofonte, libro II e capitolo 7:
(Facciamo prima, però, una breve introduzione: Aristarco è in difficoltà, perché dopo la rivolta della città, molti parenti hanno cercato rifugio in casa sua e adesso non riesce più a sfamarli: ci sono sempre state le “migrazioni”!!!).

Memorabili - Senofonte


Avendo ascoltato queste cose, Socrate disse: “Com'è che Ceramone, nutrendo molte persone, non solo riesce a procurare le cose necessarie per sé e per quelli, ma raccoglie tanto da essere diventato ricco, mentre tu invece nutrendo molti , hai paura , per mancanza delle cose necessarie, di andare tutti in rovina?”

“Per Zeus, quello alimenta schiavi, io uomini liberi”[Aristarco]

Già, questa è una delle argomentazioni che vengono più spesso addotte per spiegare le difficoltà a competere con chi utilizza lavoro sottopagato e con minori tutele....

Memorabili - Senofonte


“E quali pensi”- disse [Socrate]- “che siano migliori, gli uomini liberi che stanno presso di te oppure gli schiavi presso Ceramone?”

“Io ritengo”- rispose Aristarco -”migliori le persone libere presso di me”.

“E non è dunque una vergogna che quello prosperi grazie a uomini di minor pregio mentre tu, che hai gente di gran lunga migliore, sia in difficoltà?”.


Adesso Aristarco è davvero alle corde....Avere delle risorse con un alto livello di istruzione è sicuramente un fattore critico di successo. Vediamo come cerca di uscirne...

Memorabili - Senofonte


“Per Zeus, quello nutre artigiani, io uomini liberalmente educati” [Aristarco]

“Dunque”-disse [Socrate]-”quelli sono artigiani, poiché sono capaci di fare qualcosa di utile?”

“Assolutamente si” rispose [Aristarco]

“E' dunque utile la farina?” [Socrate]

“Moltissimo” [Aristarco]

“E i pani?”[Socrate]

“Niente di meno” [Aristarco]

“E i vestiti da uomo e da donna,” chiese [Socrate] “le tunichette, le clamidi e le esomidi?”

“Tutte queste cose sono molto utili” rispose Aristarco .

“Quindi” chiese [Socrate] “quelli che stanno in casa tua non sono capaci di fare nessuna di queste cose?”

“Al contrario, credo che le sappiano fare tutte” [Aristarco]


Aristarco è praticamente K.O. ….Cerca di abbozzare ancora una difesa, dicendo che è molto più semplice obbligare degli schiavi a lavorare che persuadere amici e parenti a rimboccarsi le maniche, ma Socrate lo inchioda: così dicendo, Aristarco dimostra di non voler bene né a se stesso né a loro e così prima o poi l'odio entrerà nella sua casa; vigili piuttosto affinché lavorino e così prospereranno e si ameranno di più.

Beh, le cose sono, oggigiorno, effettivamente molto più complicate, tuttavia alcune delle sue argomentazioni sono, a mio avviso, ancora interessanti.
Che ne pensate?

domenica 5 ottobre 2014

Un amore "contagioso"

Esatto, il libro di oggi è proprio “L'amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez.
In fin dei conti, ogni innamorato, che è stato tenace oltremisura, potrebbe creare un “ponte di pagine” tra la storia d'amore di Fermina Daza e Florentino Ariza e la propria e così, dopo parecchi mesi di standby, è venuto anche il momento de “El amor en los tiempos del cólera”.
Spostiamoci, perciò, per un momento, nel Caribe e riviviamo questa storia d'amore che dura, praticamente, tutta una vita.
Fermina è bella e altera...Si potrebbe tranquillamente affermare che per lei ogni uomo è “un pover'uomo”, compreso suo marito, il dottor Juvenal Urbino, considerato il miglior partito della città; Florentino è bruttino e “tutto amore”.
E qui la prima riflessione: noi uomini siamo forse tutti, in fondo, dei “poveri uomini” agli occhi delle nostre compagne? Beh, forse una risposta sincera non piacerebbe al nostro orgoglio..Ed il numero delle eventuali nostre conquiste non deve fuorviarci...
Fermina, fatto salvo il corteggiamento di Florentino antecedente al suo matrimonio con il dottor Urbino, non ha altri uomini all'infuori del marito, mentre Florentino vive, nell'ombra, le sue numerose passioni. Ma nessuna donna potrà mai rimpiazzare Fermina nel suo cuore e così Florentino non prende nemmeno in considerazione la possibilità di scegliersi una donna e provare ad essere felice: è fermamente convinto che prima o poi il dottor Urbino passerà a miglior vita e che lui potrà, così, farsi di nuovo avanti.
E questo avviene, quando però entrambi hanno ormai raggiunto una veneranda età..Ma né gli anni né tantomeno la ragione possono fermare un innamorato..E, del resto, come dargli torto? Una crociera, se si è in due, vale sempre la pena di iniziarla.