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domenica 15 maggio 2016

Better safe than sorry - Mettiamoci al riparo

Visto il discreto successo che ha avuto il post sul Project Risk Management, continuiamo a parlare di gestione del rischio...
Se invece non si vuole correre il rischio, infatti, una scappatoia i tempi moderni la offrono e si chiama "assicurazione".
I tempi moderni? Possibile che i nostri antenati non avessero già individuato una soluzione analoga?
In fin dei conti, il bisogno di sicurezza, come del resto avevamo visto quando abbiamo parlato della piramide di Maslow, è innato...
Ed infatti non era possibile. Fatte salve le forme di solidarietà tra chi esercitava la stessa arte o mestiere (mutuo soccorso), che sono sempre state presenti anche nelle civiltà più antiche, vediamo cosa avevano previsto i Romani.
I Romani avevano il "Contratto di cambio marittimo", che presenta, sicuramente, delle similitudini con quello di assicurazione.
In breve, chi voleva cimentarsi in traffici marittimi, poteva prendere a prestito una certa somma di denaro e non era tenuto a restituirla nel caso le merci andassero perdute per cause di forza maggiore (tempeste, ecc.): in tal caso chi aveva concesso il prestito poteva rivalersi solo sulle cose che si fossero salvate.
Se, invece, la spedizione aveva esito fortunato ( o se la perdita delle merci fosse stata causata da imperizia o difetto intrinseco), chi aveva ricevuto il prestito era tenuto a restituire la somma avuta più una maggiorazione per compensare l'assunzione del rischio da parte di chi aveva concesso il prestito.
E c'erano anche le truffe? Vediamo cosa ci racconta Tito Livio...

Da "De Urbe condita", libro XXV:

Publicanus erat Postumius, qui multis annis parem fraude avaritiaque neminem in civitate habuerat praeter T. Pomponium Veientanum, quem populantem temere agros in Lucanis ductu Hannonis priore anno ceperant Carthaginienses. Hi, quia publicum periculum erat a vi tempestatis in iis quae portarentur ad exercitus et ementiti erant falsa naufragia et ea ipsa quae vera renuntiaverant fraude ipsorum facta erant, non casu. In veteres quassasque naves paucis et parvi pretii rebus impositis, cum mersissent eas in alto exceptis in praeparatas scaphas nautis, multiplices fuisse merces ementiebantur.

M.Postumio era appaltatore di pubbliche imposte,il quale per molti anni in città non ebbe uguale per frode e avarizia all'infuori di T. Pomponio Veientano, che l'anno prima era stato catturato dai Cartaginesi guidati da Annone mentre saccheggiava temerariamente le terre in Lucania.Costoro, poichè il rischio della violenza della tempesta era a carico dello Stato per quelle merci che erano portate agli eserciti,avevano simulato falsi naufragi e quelli stessi veri che avevano denunciato erano stati causati dalla frode, non dalla sorte. Caricate poche merci e di scarso valore su navi vecchie e scassate, avendole fatte affondare in alto mare salvando i marinai in scafi già preparati,denunciavano falsamente che le merci erano numerose.

Già, in questo caso, però, la truffa era ai danni dello Stato e non mancavano nemmeno le coperture politiche: in pratica essi anticipavano le spese e poi dichiaravano di aver perso una quantità maggiore di merci di quella effettivamente acquistata e così venivano ampiamente rimborsati, sebbene in questo caso, essendo il prestito allo Stato, non fossero previsti interessi.

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