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sabato 31 dicembre 2011

Venti di rivoluzione

Prima della Rivolzione Francese, ci fu però la guerra di indipendenza Americana (1775-1783) che sancì il distacco delle colonie dalla Gran Bretagna e la costituzione degli Stati Uniti d'America. 
Fu anche una rivolta fiscale, come ben sapete: per far fronte alle ingenti spese del Regno, la Corona impose nuove tasse (quella delle imposte è  proprio un'annosa querelle!!).
Fatto sta che nasce un nuovo Stato, destinato successivamente a diventare la più grande potenza mondiale.
Ma da lì a poco si sarebbe verificato l'evento che, effettivamente, cambierà la storia dell'Europa: nel 1789  la Francia vive la sua rivoluzione, che sancirà l'ascesa della borghesia come classe dominante e la messa in soffitta di concetti come Monarchia Assoluta, etc.etc.
Gli eventi che ne seguirono, dal Terrore all'Impero e alla Restaurazione, non inficiarono la portata epocale della Rivoluzione Francese: le idee di  libertà uguaglianza e fraternità si erano diffuse in tutta Europa, a dimostrazione che quelle che oggi possono sembrare sconfitte domani potranno essere delle vittorie universalmente riconosciute: la Dichiarazione dei diritti dell'Uomo è proprio del 1789.

Delacroix - La liberté guidant le peuple

Dalla "Déclaration des Droits de l'Homme et du Citoyen",  del 1789:
Art. 11. La libre communication des pensées et des opinions est un des droits les plus précieux de l'Homme : tout Citoyen peut donc parler, écrire, imprimer librement, sauf à répondre de l'abus de cette liberté dans les cas déterminés par la Loi.

Art.11. La libera manifestazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell'Uomo: ogni Cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi stabiliti dalla Legge.

venerdì 30 dicembre 2011

Un contratto speciale

E' il momento di parlare di uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi, Jean-Jacques Rousseau, considerato, probabilmente a ragione, il padre della Rivoluzione Francese. Non c'è ombra di dubbio che l'impatto delle sue teorie fu straordinario e influenzarono sicuramente anche le origini del pensiero socialista (una curiosità: 10 anni dopo il Contratto Sociale di Rousseau, Watt inventa la macchina a vapore, simbolo del progresso e portatore di una speranza nuova per alcuni, opera del demonio per altri. "La locomotiva" diventerà poi, effettivamente, un simbolo nell'immaginario progressista e socialista, come raccontato nell'omonima canzone di Francesco Guccini).
Ma al di là della celebre frase "l'uomo è nato libero ma ovunque è in catene", qual è il concetto che meglio sintetizza il Contratto Sociale? A mio avviso la constatazione che in una società basata sulla disuguaglianza non ci può essere felicità: più sono grandi le disuguaglianze, più sono gli infelici. Il potere deve appartenere al popolo, ma Rousseau distingue tra chi è il titolare del potere e chi governa, prevedendo che a far rispettare la volontà popolare fosse un'elite, "I commissari del popolo".
Si, effettivamente dietro queste teorie ci possiamo vedere l'anticipazione della Rivoluzione Francese e di quella d'Ottobre, tuttavia non fa male ricordare che furono per primi i Cristiani a diffondere i principi di uguaglianza.

Macchina a vapore

giovedì 29 dicembre 2011

C'era una volta in Germania...

Ebbene sì, finora non abbiamo parlato del contributo della Germania alla letteratura mondiale, ma è giunto il momento di farlo; inoltre i tedeschi avranno modo di rifarsi quando tra breve affronteremo il Romanticismo (sono stati proprio i nostri vicini ad inventarlo!!!).
Ma torniamo all'Illuminismo, perchè proprio nel periodo dei Lumi, viene pubblicata Sturm und Drang (Tempesta e Assalto), di Klinger. Quest'opera teatrale darà poi il nome ad un movimento letterario a cui aderiranno anche Goethe, Schiller e Novalis.
Con Sturm und Drang, si supera l'esaltazione della razionalità degli Illuministi e si mettono in risalto le passioni, l'individuo come unico nella sua diversità .
Klinger si trasferirà in Russia, ma possiamo considerarlo a tutti gli effetti  l'anticipatore del movimento romantico.

Da  "Hymnen an die Nacht" , II  (Novalis)


Muß immer der Morgen wiederkommen? 
Endet nie des Irdischen Gewalt? 
unselige Geschäftigkeit verzehrt den himmlischen Anflug der Nacht. 
Wird nie der Liebe geheimes Opfer ewig brennen? 
Zugemessen ward dem Lichte seine Zeit; aber zeitlos und raumlos ist der Nacht Herrschaft.
......

Deve il mattino sempre ritornare?
Il potere della Terra avrà mai fine?
Consuma l'infelice operosità l'arrivo celeste della Notte.
La segreta offerta d'amore mai arderà in eterno?
Fu misurata alla luce il suo tempo; ma senza tempo e senza spazio è il Regno della Notte.
.........

mercoledì 28 dicembre 2011

O tempora o mores...

Prendo a prestito questa frase di Cicerone (che la pronunciò contro Catilina) per introdurre una delle opere più importanti dell'Illuminismo, il Saggio sui costumi e sullo spirito delle Nazioni di Voltaire.
In quest'opera monumentale, Voltaire esamina la storia dell'Europa, da Carlo Magno a Luigi XIV, senza tralasciare quella delle Colonie e quella dell'Oriente.
Ma più che scavare negli archivi, Voltaire, fedele ai principi dell'Illuminismo, vuole esaminare i fatti da un punto di vista critico: per lui lo storico non è colui che si limita a riportare i fatti in modo asettico, ma colui che ne fornisce un'interpretazione.
Colpisce la profonda ammirazione per il popolo arabo:

dans nos siècles de barbarie et d’ignorance, qui suivirent la décadence et le déchirement de l’empire romain, nous reçûmes presque tout des Arabes: astronomie, chimie, médecine..

e, in un periodo nel quale l'Occidente viene considerato la massima espressione della civiltà, bisogna ammettere che è un'affermazione coraggiosa.
Ma la caratteristica principale del Saggio è il senso di orrore di fronte alle guerre e alle violenze, prodotto dell'ambizione e dell'ignoranza (Voltaire non rinuncia a lanciare i suoi strali, ogni volta che ne ha l'occasione, contro il cattolicesimo ed il Papato, colpevoli di aver tenuto l'Europa così a lungo nel Medio Evo).
Pur essendo per Voltaire la forma di governo ideale la Monarchia illuminata (Voltaire non aveva fiducia nella Repubblica), le sue idee influenzeranno sia la rivoluzione francese che quella americana.

martedì 27 dicembre 2011

Vuole acquistare un'Enciclopedia?

Non chiudete la porta, sto scherzando...E' solo il pretesto per introdurre Diderot che, insieme a D'Alembert , pubblica nel 1756 la sua Enciclopedia.
Ma non ho intenzione di parlare del grande sforzo fatto dai nostri eroi per raccogliere tutto il sapere in un'opera unica, piuttosto vorrei segnalarvi un libro di Diderot che ho letto qualche anno fa e che a mio avviso merita la vostra attenzione: il libro si intitola Jacques il fatalista ed il suo padrone, e la lettura è estremamente divertente.
Racconta le avventure e disavventure di Jacques, un servitore alquanto disilluso, e del suo padrone, uomo colto e generoso, che nei loro viaggi si imbattono in una serie di personaggi stravaganti e avranno modo di filosofeggiare e ragionare d'amore (con le dovute differenze, sono complementari quasi come Don Chisciotte e Sancho Panza).
Jacques crede nel destino, "tutto è scritto", quindi anche di fronte alla disgrazia non vale la pena di strepitare e strapparsi i capelli. Alla fine troverà una compagna e si sistemerà. Sarà una felicità duratura? Si vedrà....Comunque, in caso contrario, non credo che Jacques si rattristerà molto: in fin dei conti, è un fatalista.

domenica 25 dicembre 2011

Et fiat lux...

Riprendendo per un momento il post precedente, con Newton e la sua Teoria della gravitazione universale si chiude il Medio Evo e si entra nel siècle des lumières, ossia l'Illuminismo, che ha nella Francia  il suo epicentro.
Prima di passare però a parlare di Montesquieu, Rousseau, Voltaire, Diderot, ci tengo ad accennare ad un libro che viene pubblicato nel 1721, I viaggi di Gulliver, di Jonathan Swift.
Classificato come un libro per bambini, in realtà è una brillante parodia del potere e del bellicismo, oltre che, ovviamente, del filone dei libri che raccontano viaggi avventurosi (poco prima era stato pubblicato Robinson Crusoe, di Daniel Dafoe).
Ma torniamo in Francia e alle Lettere persiane di Montesquieu, che avevamo introdotto qualche giorno fa.
Attraverso gli occhi del persiano Usbek e del suo amico Rica, che hanno lasciato la Persia animati dal desiderio di conoscenza del mondo occidentale, Montesquieu analizza il regno di Luigi XIV, sottolineandone, con ironia, vizii e manie e denunciando gli abusi della nobiltà e del clero. E' Montesquieu il primo sociologo, colui che si estranea dalla società in cui vive per poterla osservare. La tesi, che si cerca di dimostrare con le "Lettere persiane", è che una società non può durare senza virtù condivise.
Le idee di Montesquieu,  soprattutto il principio di separazione dei poteri espresso nella sua opera più importante, Lo spirito delle Leggi (che, tra l'altro, fu anche messa all'Indice), oltre ad essere poi state riprese dai suoi contemporanei, sono la base su cui si appoggia ogni Stato moderno (almeno come lo intendiamo noi).

P.S.: E visto che abbiamo citato Gulliver, ricordiamoci sempre che la grandezza del nostro corpo o della nostra anima, delle nostre azioni o dei nostri sentimenti, è sempre relativa.

“Undoubtedly, philosophers are in the right when they tell us that nothing is great or little otherwise than by comparison.”
"Senza dubbio, i filosofi hanno ragione quando ci dicono che nulla è grande o piccolo se non per paragone"



Addio alle streghe

Siamo giunti all'epilogo del XVII secolo e vediamo di riassumere, come di consueto, gli eventi storici che lo chiudono. Prima, però, vorrei ricordare quello che avviene in campo architettonico: continuano i lavori per la reggia di Versailles e negli anni tra il 1668 e il 1670 viene intrapresa la costruzione dell'Enveloppe (un secondo edificio che circonda il primo); nel 1675 inizia invece la costruzione della Cattedrale di Saint Paul a Londra.
Versailles -1668

Ma torniamo agli eventi storici: muore Filippo IV e la Spagna, che dopo la fine della guerra dei trent'anni aveva continuato a combattere la Francia, firma il trattato d'Aix-la-Chapelle.
Gli succederà Carlo II e con la morte di quest'ultimo, proprio nel 1700, termina la dinastia degli Austria e inizia quella dei Borboni. La Russia si afferma come grande potenza, con lo zar Pietro il Grande.
Ma l'evento veramente di rottura, a mio avviso, è che nel 1692 Newton formula la sua Teoria di gravitazione universale, meglio nota come "Legge di gravità",  e, proprio perchè è una legge a cui non ci si può sottrarre, non c'è più spazio per la superstizione: il Medio Evo è finito.

sabato 24 dicembre 2011

Lettere portoghesi

Uno dei casi letterari dell'epoca fu la pubblicazione, da parte di un editore francese, nel 1669, di Les lettres portugaises (autore anonimo). 
Alcuni studiosi attribuirono l'opera a Gabriel-Joseph de Lavergne, diplomatico ben inserito nell'ambiente intellettuale francese; altri ipotizzarono che invece si trattasse di lettere autentiche, scritte veramente da una monaca portoghese, Mariana Alcoforado, poi tradotte in francese.
Si tratta di un romanzo epistolare, fatto di 5 lunghissime lettere che Mariana, una monaca del convento di Beja, scrive all'uomo di cui è innamorata, un ufficiale francese venuto per combattere gli spagnoli ma poi tornato in Francia. Attraverso la scrittura a quest'uomo distante e indifferente, perde poco a poco forza la passione della religiosa per lasciare spazio, infine, alla razionalità e quindi alla rassegnazione.
Il romanzo ebbe un successo straordinario e fu pubblicato in varie lingue; oltre al tema della passione sacrilega e ai toni appassionati delle lettere (che fu un modello per Stendhal), ne fece la fortuna anche lo stile moderno con il quale fu redatto ( che influenzò le Lettere persiane di Montesquieu).

venerdì 23 dicembre 2011

Il Vento ed il Sole

Visto che siamo prossimi al Natale, che cosa c'è di più adatto di una bella favola? Naturalmente, visto che stiamo trattando il XVII secolo, ne prenderò una dalla raccolta di La Fontaine, gentiluomo nel vero senso della parola visto che quando Nicolas Fouquet, il suo protettore, cadde in disgrazia (fu praticamente rovinato da Colbert) ne prese, a sue spese,  coraggiosamente le parti (e nella vita di Corte è una cosa degna del massimo rispetto).
La favola che ho scelto è appunto il Vento ed il Sole

"In una giornata d'autunno, vedendo un viandante ben imbacuccato, il Sole propose al Vento una scommessa: -Vediamo chi riesce a togliere il mantello per primo a quel viandante? 
Il Vento fischiò e soffiò come un forsennato, ma l'unico effetto che riuscì ad ottenere fu che l'uomo si stringesse sempre di più nel suo mantello.
Fu poi il turno del Sole, al quale bastò semplicemente dissipare la nebbia e far risplendere il suo faccione per far sì  che il viandante iniziasse a sudare e fosse costretto a togliersi il mantello.
La dolcezza vince ogni furore."

giovedì 22 dicembre 2011

Fingersi malati o fare finta di essere sani?

Presque tous les hommes meurent de leurs remèdes, et non pas de leurs maladies.

Quasi tutti gli uomini muoiono a causa delle loro cure e non delle loro malattie (Molière, "Le Malade imaginaire").

Non potevo certo tralasciare, in questo secolo così prodigo di giganti del teatro, Molière.
La commedia di cui vi parlerò è, naturalmente, Il Malato Immaginario, portata anche sul grande schermo da un divertentissimo Alberto Sordi nei panni di Argante.
Molière è un genio e la commedia è molto gradevole, tuttavia l'autore non lesina amare riflessioni. Tra le righe, si coglie una feroce critica della società del suo tempo e, sinceramente, trovo molte delle sue stilettate sempre attuali. Quello che più diverte (ma che in realtà dovrebbe preoccupare) è il ridicolo con il quale viene trattato l'esercizio della medicina (chi ha letto, da bambino, Il giornalino di Gian Burrasca, ricorderà sicuramente le costose cure che il cognato di Giannino prescriveva al Marchese... e come dimenticare i medici che visitano Pinocchio in quell'altro capolavoro della letteratura dei piccoli [ e dei grandi]?).  Beh, ringraziamo  Molière per farci ridere e per farci riflettere, però non dimentichiamo mai l'impegno di chi dedica la propria vita ad alleviare le sofferenze altrui, piccole e grandi che siano, dal nostro medico di famiglia a Medici senza frontiere

Post collegati: L'avaro

mercoledì 21 dicembre 2011

Libertà di libro

E' giunto il momento di parlare di uno dei tre grandi della letteratura inglese, John Milton
Non tratteremo, però della sua opera più importante, Paradise Lost, ma del suo contributo alla lotta contro la censura. Mentre in Spagna e in Italia i libri venivano messi all'Indice, in Inghilterra si diffonde una nuova sensibilità  verso la libertà di manifestare il proprio pensiero, sensibilità che ritroviamo tutt'oggi (la stampa anglosassone è, a mio modesto parere, la migliore del mondo). Scriveva Milton:

È quasi uguale uccidere un uomo che uccidere un buon libro. Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa.

Prima di ogni altra libertà, datemi la libertà di conoscere, di esprimermi e discutere liberamente secondo coscienza.

Se Gutemberg ha messo le ali al pensiero, Milton e quelli come lui ci ricordano di vigilare affinchè non vengano tarpate.

martedì 20 dicembre 2011

Nasce la comunità internazionale

Seguiamo adesso gli eventi storici che si susseguono nella parte centrale di questo secolo. In Inghilterra c'è la rivoluzione di Cromwell e la successiva decapitazione di Carlo I (per gli amanti del romanzo d'avventura, ricordo che questi avvenimenti sono trattati nel seguito dei Tre moschettieri, Vent'anni dopo, di Dumas), in Francia governano prima Richelieu e poi Mazzarino, la Spagna perde i Paesi Bassi e finisce finalmente la guerra dei Trent'anni con la pace di Westfalia e la conseguente frammentazione della Germania.
Nel campo artistico brilla la stella di Vélasquez, che dipinge uno dei suoi quadri più famosi, Las Meninas, e di Rembrandt, che realizza la sua Lezione di anatomia

Las Meninas

Lezione di anatomia



Con la Pace di Westfalia, si afferma il concetto di Stato sovrano; gli Stati si riconoscono tra loro, al di là della fede del loro Re.

lunedì 19 dicembre 2011

Sogni d'oro

Torniamo al teatro e alla Spagna perchè adesso parleremo, come avrete intuito dal titolo, di Calderón de La Barca e della sua opera "La vida es sueño".
Il re di Polonia, Basilio, ha fatto imprigionare suo figlio Segismundo in una torre, senza nessun contatto con l'esterno, perchè una profezia lo ha avvertito che sarebbe divenuto un tiranno crudele. In seguito, si pente e decide di dargli una possibilità di regnare, riservandosi però la possibilità di rinchiuderlo di nuovo nella torre, facendogli credere che la sua permanenza al palazzo sia stata solo un sogno, nel caso la profezia si dimostri vera.
E infatti Segismundo si comporterà da despota, così Basilio lo fa addormentare e lo riconduce alla torre come aveva prestabilito. Segue il celebre monologo di Segismundo:
¿Qué es la vida? Un frenesí.
¿Qué es la vida? Una ilusión,
una sombra, una ficción,
y el mayor bien es pequeño;
que toda la vida es sueño,
y los sueños, sueños son.

Che cos'è la vita? Una frenesia.
Che cos'è la vita? Un'illusione,
un'ombra, una finzione,ed il bene più grande è piccolo;
perché tutta la vita è sogno,
ed i sogni, sogni sono.
 
Successivamente, Segismundo riuscirà a conquistare il trono, sconfiggendo in battaglia il padre e il suo destino (proprio come in Edipo Re), tuttavia perdonerà Basilio perchè con la sua triste esperienza ha compreso che, dato che in questa vita tutto è effimero,  non c'è nulla per cui valga la pena rovinare la felicità di un altro essere umano.

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domenica 18 dicembre 2011

- Perché lascia l'Italia? - Sono uno scienziato..

Questo è un secolo ricco di avvenimenti per quanto riguarda il progresso scientifico ed il pensiero filosofico. Keplero scrive le sue teorie in "Harmonices Mundi", Harvey scopre la circolazione del sangue, Descartes scrive il suo "Discorso sul metodo", il tutto mentre l'Europa viene dilaniata dalla guerra dei trent'anni. Ma torniamo in Italia, dato che uno dei miei lettori mi ha fatto notare che sto parlando più della Spagna che dell'Italia (ma non è colpa mia se in questo secolo sono Spagna e Inghilterra ad illuminare il mondo letterario). In Italia, Galileo Galilei viene costretto, dalla Santa Inquisizione, a ritrattare  la sua teoria eliocentrica.
Non posso mancare di far riferimento, in proposito, alla Vita di Galileo di Berltot Brecht, che ci presenta il grande matematico nella sua veste umana; Galileo padre, professore, ma soprattutto uomo che deve soccombere di fronte all'ottusità dei suoi tempi: quando il suo discepolo cerca di trovare una nobile ragione all'abiura del maestro, Galileo taglia corto: "nessuna strategia volta a salvaguardare il futuro della scienza...fu paura."
La frase che regala il titolo a questo post è, infine, la risposta di Andrea, il discepolo di Galileo, alla guardia del posto di frontiera che gli domanda il motivo del suo viaggio. Sapete cosa dice la guardia al suo collega impegnato a riempire i moduli?
-Scrivi come motivo del viaggio: saggio.

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sabato 17 dicembre 2011

Che romantico quel traditore...

Ricordate i Fumetti in TV e più precisamente le avventure di Nick Carter? Alla fine della ministoria, Ten, l'assistente cinese di Carter, diceva una massima della "saggezza orientale"  e una delle più gettonate era: "Tutto è bene ciò che finisce bene..". Bene, molti anni dopo da quando, come tutti i bambini , aspettavo che su "New York calasssero le prime ombre della sera" per vedere il mio cartone preferito, scoprii che quella massima era in realtà una citazione di Shakespeare, o meglio, della sua commedia All's Well that Ends Well.
Come avrete sicuramente capito, sto per introdurvi uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, William Shakespeare (nessuno ha saputo, a mio avviso, scavare come lui nell'animo umano) e ho scelto una delle mie opere preferite, Giulio Cesare (così ne approfittiamo anche per fare un po' di storia romana). I fatti storici, in realtà, sono ben noti: Cesare aveva perdonato Bruto ben 2 volte, la prima quando si schierò contro il I triumvirato (Cesare, Pompeo e Crasso), e la seconda quando si schierò con Pompeo nella guerra civile. Cesare lo perdonò perchè era un grande uomo, e come tutti i grandi uomini sapeva che con il rancore non si va lontano poichè si finisce, inesorabilmente, per perdere di vista le cose importanti.
Shakespeare ridisegna la storia presentando un Bruto romantico, strenuo difensore degli ideali repubblicani. Mentre Cassio e gli altri congiurati sono mossi contro Cesare dall'invidia o dal rancore, Bruto pensa al bene comune e alla libertà: non vuole che Roma cada sotto l'oppressione di una dittatura.
Quando Cassio e gli altri si recano da lui in piena notte per convincerlo a partecipare alla congiura, Bruto stava già passando una vera e propria "notte dell'Innominato".
O conspiracy,
Sham’st thou to show thy dan’rous brow by night,
When evils are most free? O, then by day
Where wilt thou find a cavern dark enough
To mask thy monstrous visage? Seek none, conspiracy;
Hide it in smiles and affability:
For if thou path, thy native semblance on,
Not Erebus itself were dim enough
To hide thee from prevention.
*O congiura, ti vergogni di mostrare la fronte minacciosa di notte, quando i mali hanno assoluta libertà?Ah, dove di giorno allora troverai una caverna tanto buia da nascondere il tuo volto mostruoso? Non cercarla, congiura: celati in sorrisi e modi affabili; perchè se vai in giro con il tuo sembiante natio, neppure l'Erebo stesso sarebbe tanto buio da nasconderti e non farti scoprire.

Nella tragedia di Shakespeare è Bruto il vero eroe, Cesare ne esce ridimensionato, così come Antonio e Ottaviano; è lui il giacobino convinto, il Saint-Just della Repubblica Romana.

P.S. Per chi non ha visto i cartoni di Nick Carter e per chi ha un po' di amarcord, ho trovato questo video su youtube: Nick Carter

P.S.2: E per omaggiare ancora  l'Immortale Bardo, ecco un pezzo del Macbeth:

To-morrow, and to-morrow, and to-morrow,
Creeps in this petty pace from day to day,
To the last syllable of recorded time;
And all our yesterdays have lighted fools
The way to dusty death. Out, out, brief candle!
Life's but a walking shadow, a poor player,
That struts and frets his hour upon the stage,
And then is heard no more. It is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury,
Signifying nothing.
*Domani, e domani, e domani, trascina il suo lento passo giorno dopo giorno, fino all'ultima sillaba del tempo registrato; e tutti i nostri ieri hanno illuminato agli stupidi la via verso la polverosa morte. Spegniti, spegniti breve candela. La vita è solo un'ombra che cammina, un povero attore che  incede e strepita sul palcoscenico durante la sua ora, e poi non lo si sente più . E' un racconto, fatto da uno stolto, pieno di rumore e di furia ma che non significa nulla.

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venerdì 16 dicembre 2011

Chi è stato? Fuenteovejuna!!!

Cominciamo ad esplorare il periodo d'oro del teatro spagnolo con una delle commedie più famose, Fuenteovejuna, di Lope de Vega.
Basata su un fatto reale, l'opera racconta la rivolta di un gruppo di contadini di un paese di Cordoba che, esasperati per i continui abusi del comandante militare del paese, si uniscono per giustiziarlo. Il Re invia un giudice per scoprire l'autore dell'omicidio ma di fronte alla fermezza del popolo, che all'interrogatorio del giudice risponde all'unisono, finisce per rinunciare a perseguire i responsabili.
-¿Quién mató al Comendador?
-Fuenteovejuna lo hizo.
Questa frase finì per trascendere il nome di questo lontano luogo della Spagna per convertirsi nel grido di lotta di tutti i popoli oppressi che si fanno giustizia da soli per difendersi dalla violenza del potere.
Lope de Vega è il primo drammaturgo moderno della Spagna. Distaccandosi dai modelli classici, si convertì nella voce del popolo che riconobbe nelle sue opere la trattazione delle sue passioni e delle sue necessità. Fu uno scrittore estremamente prolifico (gli si attribuiscono qualcosa come 1500 opere); una lettura che mi sento di consigliare, oltre a Fuenteovejuna, è La Dama boba, che tratta, con largo anticipo, la lotta della donna per farsi riconoscere come essere umano.

giovedì 15 dicembre 2011

Poderoso caballero es don Dinero...

Entriamo quindi nel XVII secolo, riepilogando gli ultimi eventi storici che hanno ribadito la superiorità su mare dell'Inghilterra (pesante sconfitta dell'Invincibile Armata nella guerra tra Spagna e Inghilterra) e inizio del lento ma inarrestabile declino della potenza spagnola che, impegnata in interminabili guerre contro l'Europa protestante e contro la Francia, dovrà cedere il passo ai Francesi e perderà il Portogallo ed i Paesi Bassi.
I versi del titolo appartengono a Don Francisco Quevedo, uno dei principali esponenti del Barocco spagnolo, che proprio ad inizio secolo scrive El Buscón, novella picaresca di primissimo piano.
E vediamo l'educazione che riceveva Pablo, il protagonista.....

Decíame mi padre: "Hijo, esto de ser ladrón no es arte mecánica, sino liberal";
Y de allí a un rato, habiendo suspirado, decía de manos: "Quien no hurta en el mundo, no vive. ¿Por qué piensas que los alguaciles y jueces nos aborrecen tanto? Unas veces nos destierran, otras nos azotan y otras nos cuelgan  aunque no haya llegado el día de nuestro santo." No lo puedo decir sin lágrimas (lloraba como un niño el buen viejo, acordándose de las que le habían batanado las costillas). "Porque no querrían que donde están hubiese otros ladrones sino ellos y sus ministros."


Mi diceva mio padre:"Figlio, fare il ladro non è un'arte meccanica, bensì liberale". E, da lì a poco, gesticolando, diceva: "Chi non sbatte contro il mondo non vive. Perchè pensi che gli ufficiali giudiziari ed i giudici ci odino tanto? A volte ci esiliano, altre ci bastonano e altre ci impiccano sebbene non sia ancora arrivato il giorno dela nostra festa.". Non lo posso dire senza lacrime (piangeva come un bambino il buon vecchio, ricordandosi delle volte che gli avevano battuto le costole). "Perchè non vogliono che dove stanno loro ci siano altri ladri oltre ad essi ed i loro ministri."


Uomo politico, oltre che scrittore dalla lingua estremamente tagliente, aveva un odio viscerale per Luis de Gòngora, altro esponente di prim'ordine del Barocco, e non perdeva occasione per accusarlo pubblicamente di tutti i vizi intollerabili per l'epoca. Dal punto di vista letterario, soprattutto nel teatro, come avremo modo di vedere, la Spagna vive un periodo davvero aureo. Se vi piace il romanzo storico, il declino della monarchia spagnola, la diatriba tra Quevedo e Gongora e molto altro sono raccontati in modo avvincente nella serie del Capitan Alatriste di Arturo Pérez-Reverte (in italiano sono disponibili solo alcuni dei libri).

Madre, yo al oro me humillo,
Él es mi amante y mi amado,
Pues de puro enamorado
Anda continuo amarillo.
Que pues doblón o sencillo
Hace todo cuanto quiero,
Poderoso caballero
Es don Dinero.

......
Quevedo - Poderoso caballero es Don Dinero

mercoledì 14 dicembre 2011

Conquistadores

Prima di chiudere il XVI secolo, facciamo una breve sintesi di quello che è successo in America dal 1492 in poi. La spregiudicatezza ed il coraggio, bisogna ammetterlo, dei Conquistadores, aveva regalato agli "Austria", così era chiamata questa dinastia dei Re di Spagna, un impero immenso. Pizarro e Cortés avevano conquistato l'impero degli Incas e quello degli Atzechi, con la benedizione di buona parte della Chiesa e degli intellettuali del tempo.

Con perfecto derecho los españoles imperan sobre estos bárbaros del Nuevo Mundo e islas adyacentes, los cuales en prudencia, ingenio, virtud y humanidad son tan inferiores a los españoles como niños a los adultos y las mujeres a los varones, o los negros a los blancos, habiendo entre ellos tanta diferencia como la que va de gentes fieras y crueles a gentes clementísimas.

Con pieno diritto gli spagnoli regnano sopra questi barbari del Nuovo Mondo e delle isole adiacenti, i quali in prudenza, ingegno, virtù e umanità sono così inferiori agli spagnoli come i bambini agli adulti, e le donne agli uomini, o i negri ai bianchi, essendoci tra loro tanta differenza quanto quella che c'è tra gente feroce e crudele e gente clementissima.

¿Qué cosa pudo suceder a estos bárbaros más conveniente ni más saludable que el quedar sometidos al imperio de aquellos cuya prudencia, virtud y religión los han de convertir de bárbaros, tales que apenas merecían el nombre de seres humanos, en hombres civilizados en cuanto pueden serlo.

Cosa potrebbe capitargli a questi barbari di più conveniente e salutare que restare sottomessi al potere di quelli la cui prudenza, virtù e religione li devono convertire da barbari, tali che appena meritano il nome di esseri umani, in uomini civilizzati in quanto riescano ad esserlo.

La primera [razón de la justicia de esta guerra de conquista] es que siendo por naturaleza bárbaros, incultos e inhumanos, se niegan a admitir el imperio de los que son más prudentes, poderosos y perfectos que ellos; imperio que les traería grandísimas utilidades, magnas comodidades, siendo además cosa justa por derecho natural que la materia obedezca a la forma.

La prima ragione della giustizia di questa guerra di conquista è che essendo per natura dei barbari, incolti e disumani, rifiutano di riconoscere l'autorità di quelli che sono più prudenti, potenti e perfetti di loro; autorità che recherebbe loro grandissimi vantaggi, grandi comodità, essendo inoltre cosa giusta per diritto naturale che la materia obbedisca alla forma.


Juan Ginés de Sepúlveda: De la justa causa de la guerra contra los indios [e Juan Ginés de  Sepúlveda era un dotto umanista!!!!]

Furono poche le voci che si levarono in difesa della causa degli Indios e fra queste la più autorevole fu quella di Bartolomé de Las Casas. In un contesto dove si giustificavano le atrocità commesse contro le popolazioni indigene adducendo come motivo "la bestialità di questi non-figli di Dio" (e di fatto, chi non veniva ucciso,  come bestia veniva trattato e finiva per morire nei campi di lavoro) questo frate domenicano si battè con grande passione per affermare quelli che oggi chiamiamo "i diritti umani" e offuscando, con la sua denuncia, l'immagine dell'impero creato in nome di Dio, con la quale veniva coperta ogni sorta di nefandezza.

martedì 13 dicembre 2011

Sotto la quercia

Mentre Cervantes si dedicava al suo Quijote, in Italia vedeva la luce La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Concepita in piena Controriforma, si caratterizza per lo spazio dedicato dal poeta alle trame sentimentali.
Il leitmotiv degli amori non corrisposti è quello che probabilmente ci è rimasto più impresso dalle nostre letture dell'opera al liceo, e Clorinda è indubbiamente un personaggio indimenticabile. Già, e chi se lo scorda...

Ma ecco omai l’ora fatale è giunta
che ‘l viver di Clorinda al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta
che vi s’immerge e ‘l sangue avido beve;
e la veste, che d’or vago trapunta
le mammelle stringea tenera e leve,
l’empie d’un caldo fiume. Ella già sente
morirsi, e ‘l piè le manca egro e languente.

.......
«Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona
tu ancora, al corpo no, che nulla pave,
a l’alma sí; deh! per lei prega, e dona
battesmo a me ch’ogni mia colpa lave.»
In queste voci languide risuona
un non so che di flebile e soave
ch’al cor gli scende ed ogni sdegno ammorza,
e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza.


Ma tra i personaggi principali abbiamo anche la tormentata Erminia, nonchè Armida, che a molti ricorderà la Maga Circe (così come si possono vedere delle similitudini tra Rinaldo e Achille).
Concediamoci adesso un po' di relax e andiamoci a leggere un famoso brano di Achille Campanile, intitolato, per l'appunto,  "La quercia del Tasso" .

Quercia del Tasso al Gianicolo - Roma

lunedì 12 dicembre 2011

Un pazzo davvero speciale


Los pecados mayores que los hombres cometen, aunque algunos dicen que es la soberbia, yo digo que es el desagradecimiento, ateniéndome a lo que suele decirse: que de los desagradecidos está lleno el infierno. Este pecado, en cuanto me ha sido posible, he procurado yo huir desde el instante que tuve uso de razón; y si no puedo pagar las buenas obras que me hacen con otras obras, pongo en su lugar los deseos de hacerlas, y cuando éstos no bastan, las publico; porque quien dice y publica las buenas obras que recibe, también las recompensará con otras, si pudiera; porque, por la mayor parte, los que reciben son inferiores a los que dan; y así, es Dios sobre todos, porque es dador sobre todos, y no pueden corresponder las dádivas del hombre a las de Dios con igualdad, por infinita distancia; y esta estrecheza y cortedad, en cierto modo, la suple el agradecimiento. Yo, pues, agradecido a la merced que aquí se me ha hecho, no pudiendo corresponder a la misma medida, conteniéndome en los estrechos límites de mi poderío, ofrezco lo que puedo y lo que tengo de mi cosecha

La libertad, Sancho, es uno de los más preciosos dones que a los hombres dieron los cielos; con ella no pueden igualarse los tesoros que encierra la tierra ni el mar encubre; por la libertad, así como por la honra, se puede y debe aventurar la vida, y, por el contrario, el cautiverio es el mayor mal que puede venir a los hombres.

Sono questi i discorsi di un pazzo? Non credo proprio...Chi il Don Chisciotte l'ha letto per davvero, sa bene che le cose più giuste e più vere le dice proprio il nostro Caballero Andante.
E allora? Qual è il significato dell'opera? Di chiavi di lettura se ne possono trovare molte.. Cervantes scrisse El Quijote mentre era in prigione e sicuramente il vagabondare del suo eroe lo aiutava ad evadere dalle mura in cui era rinchiuso: quindi innanzitutto, il Don Chisciotte è un'ode alla libertà quella vera, quella che non ha bisogno di attraversare oceani;  e se è vero che l'opera vuole rappresentare il disincanto della Spagna del tempo, è altrettanto vero che il filo conduttore può essere trovato nell'educazione sentimentale di Sancho; Sancho è realista perchè è povero, non per meschinità, e comunque, avventura dopo avventura, cambia...Non a caso, alla fine, Don Chisciotte morente è assistito da un Sancho alquanto idealista. I sogni, per fortuna, sono contagiosi.

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sabato 10 dicembre 2011

Quel giorno a Lepanto...

Arriviamo quindi all'ottobre del 1571, quando si affrontano in un'epica battaglia la flotta dell'impero ottomano e quella cristiana. La Lega Cristiana, guidata da Don Giovanni d'Austria, comprendeva, oltre alla Spagna, Venezia, Genova, Roma, i Cavalieri di Malta, il granducato di Toscana, il Ducato di Urbino e quello di Savoia, e riportò, alla fine, una schiacciante vittoria, bloccando definitivamente l'espansione turca.
Con la conquista di Costantinopoli cui avevamo accennato in uno dei post precedenti, i Turchi avevano iniziato un'inarrestabile avanzata che li aveva portati perfino ad assediare Vienna; con la battaglia di Lepanto si modificano gli equilibri nel Mediterraneo e nonostante successivamente infliggano pesanti sconfitte a Venezia e giungano di nuovo a minacciare Vienna, i Turchi non riusciranno più a conquistare la supremazia sul mare. Quel giorno, comunque, a Lepanto, c'era anche un certo Miguel de Cervantes, che a seguito di una ferita perse l'uso della mano sinistra, e che ritroveremo a breve nei prossimi post.
 Dalla poesia "Lepanto", di Gilbert Keith Chesterton  [il creatore del personaggio di "Padre Brown" , che ispirò l'omonima serie televisiva della nostra infanzia (con protagonista Renato Rascel)]:

Cervantes on his galley sets the sword back in the sheath
(Don John of Austria rides homeward with a wreath.)
And he sees across a weary land a straggling road in Spain,
Up which a lean and foolish knight forever rides in vain,]
And he smiles, but not as Sultans smile, and settles back the blade....
(But Don John of Austria rides home from the Crusade.)



 Cervantes sulla sua galea rinfodera la spada
(Don Giovanni d'Austria torna a casa con una corona)
E vede lungo una terra sfinita una strada solitaria in Spagna
sulla quale un cavaliere magro e folle cavalca per sempre invano
e sorride, ma non come un Sultano, e ripone la lama
(ma Don Giovanni d'Austria torna a casa dalla Crociata).



P.S. : Nell'arte, furono molte le rappresentazioni della vittoria, tra le quali spiccano quella del Vasari e quella di Paolo Veronese. Scelgo però questa di un artista sconosciuto:

Battaglia di Lepanto  - autore sconosciuto

Arrivano i Picari

Riprendiamo ad attraversare la storia del XVI secolo e partiamo dalla reazione alla crisi provocata dallo scisma di Lutero.
Nel 1545 si tenne il Concilio di Trento, che non riuscì a ricomporre lo scisma ma si dedicò a rispondere ad alcune grandi questioni di dottrina sollevate dai Protestanti e provvide alla riorganizzazione interna della Chiesa Cattolica.
La Spagna divenne il braccio esecutore della Controriforma e fu costituito il Tribunale della Santa Inquisizione che aveva il compito di vigilare sulla "purezza" del sangue spagnolo e cristiano.
"Mala tempora" iniziarono per ebrei (prima) e mori(dopo) che furono espulsi dal paese nel quale vivevano da generazioni; questa azione non sarà però priva di conseguenze: il ceto produttivo si ridusse e così il tenore di vita del popolo.
Ma parliamo della novella picaresca che regala, per l'appunto, il titolo a questo post.
Nel 1554 viene pubblicato El Lazarillo de Tormes (autore sconosciuto) che è per antonomasia la novella picaresca spagnola; questo tipo di novella ha sempre per protagonista un giovane povero che lotta per sopravvivere e guadagnare qualche gradino nella scala sociale.

En este tiempo vino a posar al mesón un ciego, el cual, pareciéndole que yo sería para adestralle, me pidió a mi madre, y ella me encomendó a él, diciéndole cómo era hijo de un buen hombre, el cual, por ensalzar la fe, había muerto en la de los Gelves, y que ella confiaba en Dios no saldría peor hombre que mi padre, y que le rogaba me tratase bien y mirase por mí, pues era huérfano. 
....

paresiome que en aquel instante desperté de la simpleza en que, como niño, dormido estaba. Dije entre mí: verdad dice este, que me cumple avivar el ojo y avisar, pues solo soy, y pensar como me sepa valer

 A quel tempo si fermò a casa nostra un cieco, il quale, sembrandogli che fossi adatto a guidarlo, mi chiese a mia madre, ed ella mi affidò a lui, dicendogli che ero figlio di un brav'uomo che , per innalzare la fede, era morto nella battaglia dell'isola di Gelves, e che ella confidaba in Dio che non sarei divenuto un uomo peggiore di mio padre e che lo pregava di trattarmi bene e di prendersi cura di me, perché ero orfano....

[dopo la burla del toro di pietra del ponte di Salamanca]

Mi sembrò che in quell'istante mi risvegliai dall'ingenuità nella quale, come bambino, ero addormentato. Dissi tra me: costui dice la verità, mi tocca ravvivare l'occhio e stare accorto, poiché sono solo, e pensare come possa farmi valere.

Il picaro è sempre in viaggio e sempre affamato; per procurarsi di che vivere deve arrangiarsi in mille modi e perciò ha più di un conto aperto con la giustizia; è l'anti-eroe, il figlio naturale della Spagna di quei tempi.

Lazarillo ed il cieco
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venerdì 9 dicembre 2011

Nel frattempo in Spagna...

Avevamo visto che il 1492 è l'anno della svolta per la Spagna: da quel momento inizierà l'ascesa di questo paese nel panorama delle grandi potenze. Il 1492 è anche l'anno della nascita della lingua spagnola, in quanto viene pubblicata la prima grammatica di "Lengua Castellana" (Antonio de Nebrija): a tutti gli effetti la Spagna diventa Nazione. Dal punto di vista letterario, in questo fine di XV secolo e inizio del secolo XVI non ci sono molte opere degne di nota, se si esclude La Celestina, di Fernando de Rojas: la Celestina racconta la storia d'amore di Calisto e Melibea e si caratterizza per la sua aticipità rispetto all'esaltazione dell'amor cortese proprio di molte opere "politically correct". In realtà il personaggio principale è Celestina, una vecchia prostituta che all'occorrenza è anche lavandaia, fabbricante di profumi e di belletti, rigeneratrice di verginità, ruffiana e fattucchiera; è una lettura semplice e divertente che mi sento di suggerire.

El principio de la locura es creerse sabio ("La Celestina", F. Rojas)

Il primo passo verso la follia è credersi saggio.

Ma la Spagna "di croce e di spada", per il momento, pensa soprattutto a consolidarsi e ad espandersi: in America con la Conquista (a cui dedicheremo in seguito un post) ed in Europa con alleanze matrimoniali. Sotto il regno di Carlos I e di Felipe II, si diceva, nei territori dell'Impero Spagnolo non tramonta mai il sole.

C'era una volta un re, anzi un principe...

Passiamo rapidamente alla Realpolitik, perchè proprio mentre More sogna la sua Utopia, Macchiavelli scrive il suo trattato di dottrina politica. Centrale nel pensiero di Macchiavelli è il rapporto tra l'uomo ed il male: l'uomo è malvagio e quindi cambia il concetto stesso di virtù: la virtù diviene quell'insieme di competenze che permettono al Principe di interagire di volta in volta con gli eventi per fare il bene dello Stato. Sul perchè Macchiavelli, che credeva nei valori repubblicani, abbia teorizzato l'instaurazione di un principato assoluto, ci sono idee contrastanti: per alcuni fu la triste consapevolezza della situazione in cui versava l'Italia del suo tempo che gli fece auspicare l'avvento dell'uomo della "Provvidenza".. A me piace più l'interpretazione di Foscolo, che nei Sepolcri  ci ammonisce di non lasciarci abbagliare dallo scintillio del potere:

........
Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande
che temprando lo scettro a’ regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;
 
 
In effetti "Il Principe" (Re,Dittatore, ecc.), conosce già probabilmente molti dei precetti contenuti nel trattato..Macchiavelli quindi mette a disposizione di tutti quello che i governanti conoscono già affinchè la gente non si lasci facilmente abbindolare. E su che cosa fa leva il Principe per ingannare i suoi sudditi? Sulla loro umanità; il Principe conosce bene le debolezze dell'uomo, che sono poi:
  • Credulità 
  • Istinto di autoconservazione 
  • Mancanza di individualità 
  • Volubilità

giovedì 8 dicembre 2011

Un posto chiamato Utopia

Più o meno mentre Ariosto scrive L'Orlando Furioso, in Inghilterra  Thomas More scrive Utopia, città ideale in forte contrapposizione con il Paese in cui vive. Per l'epoca, l'opera è davvero rivoluzionaria: in Utopia non esiste proprietà privata, c'è libertà di pensiero e di parola, nonchè tolleranza religiosa (che però non si applica agli atei, i quali non possono accedere a cariche pubbliche e di fatto sono disprezzati dagli abitanti di Utopia); in Utopia c'è il divorzio, ma non è consentito l'adulterio (per l'adultero c'è il carcere). Bisogna aggiungere che Thomas More era fortemente contrario alla pena di morte (a quei tempi veniva applicata anche per il furto), quindi bisogna indubbiamente riconoscere che le sue idee hanno preceduto quelle di Voltaire, Rousseau e Beccaria.
Purtroppo la Storia ha i suoi tempi e non è indulgente con chi cerca di forzarli: nel 1931 Enrico VIII fonda la Chiesa Anglicana ed il rifiuto di accettare l'Atto di Supremazia del Re sulla Chiesa costerà a More la testa.

mercoledì 7 dicembre 2011

La follia e la fiducia

Lasciamo per un momento gli eventi storici e torniamo alla letteratura. Tra le opere di spicco di questa prima parte del XVI secolo abbiamo senz'altro l'Orlando Furioso, di Ludovico Ariosto: passiamo quindi dall'Elogio della Pazzia di Erasmo alla Follia di Orlando, reso furioso dall'amore, non corrisposto, per la bellissima Angelica. Angelica conquisterà molti cuori, ma si troverà costretta a fuggire i troppi pretendenti. A tal proposito, vorrei segnalare la sottile ironia dell'Ariosto sui valori cavallereschi che sarà più ampiamente adottata in seguito da Cervantes nel suo capolavoro.


Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!
Eran rivali, eran di fé diversi,
e si sentian degli aspri colpi iniqui
per tutta la persona anco dolersi;
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza sospetto aversi.

Bella cosa la fiducia, non c'è che dire...Facciamo però una breve sintesi per chi non ricorda il canto da cui ho estratto il verso.
Rinaldo, anche lui invaghitosi di Angelica, la insegue e Ferraù, vedendo la damigella in pericolo, interviene per "difenderla". Mentre i due ingaggiano un duello, Angelica ne approfitta per fuggire. I due, accortisi del fatto, sospendono il duello e si mettono all'inseguimento della bella insieme, sullo stesso cavallo.
Già con l'Ariosto, siamo ben lontani dai poemi cavallereschi che leggeva l'ingegnoso hidalgo prima di partire per le sue avventure.

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martedì 6 dicembre 2011

Gittò la tonaca Martin Lutero..

Prendo a prestito questo frammento di un verso di Carducci (la vita di Carducci fu abbastanza controversa: in gioventù fu cacciato da scuola per condotta antireligiosa, ma alla fine divenne anche senatore e appoggiò il governo Crispi (altra personalità piuttosto controversa ma, nell'Italia del trasformismo in cui vissero, "cambiare orbita" era abbastanza normale ) ) perchè è un titolo "efficace" per introdurre il mio post. Prima di passare al XVI secolo, non posso però tacere 2 meraviglie che furono realizzate proprio in chiusura del secolo XV: "l'ultima cena" di Leonardo e la "Pietà" di Michelangelo. Mentre Michelangelo inizia a dedicarsi alla Cappella Sistina, in Spagna cominciano le persecuzioni religiose, Erasmo da Rotterdam comincia a dar voce al malcontento per il malcostume della Chiesa Romana e, nel 1519, Martin Lutero pubblica le sue "Tesi". Ne seguiranno lunghi conflitti tra i paesi che aderiscono alla Riforma Protestante e la Spagna che diviene, di fatto, il difensore della Chiesa Cattolica. Ma torniamo a Lutero e ad uno dei suoi argomenti più interessanti: "il sacerdozio universale" (che, tradotto in soldoni, significa che ognuno è sacerdote di sè stesso). Lutero avrà modo più volte di precisare questo suo pensiero (e, forse, di fare almeno un parziale dietrofront in proposito); resta il fatto che con le tesi di Lutero e la Riforma Protestante comincia a svilupparsi anche l'embrione del Capitalismo.

lunedì 5 dicembre 2011

1492

Una breve sintesi dei principali eventi che si succedono nel corso del XV secolo è necessaria al fine di comprendere i nuovi equilibri geo-politici che si rifletteranno poi anche sulla letteratura e sull'arte.
Nel 1453 i Turchi conquistano Costantinopoli e l'Impero Romano d'Oriente cessa d'esistere; nello stesso anno termina la guerra dei 100 anni tra Francia e Inghilterra (era ora!!): figura di rilievo in questo conflitto è Giovanna D'Arco, che muore sul rogo nel 1431, ma poi sarà canonizzata e diventerà patrona di Francia.
Ma è il 1492 l'anno della svolta: gli spagnoli prendono Granada, ultimo baluardo del dominio musulmano (la riconquista è durata 700 anni) e lo stesso anno, Cristoforo Colombo regala a Ferdinando e Isabella, Los Reyes Católicos, un nuovo mondo.
Anno dolceamaro, come ci ricorda la poetessa Emma Lazarus, perchè la Spagna inizia l'espulsione degli Ebrei.

1492
Thou two-faced year, Mother of Change and Fate,
Didst weep when Spain cast forth with flaming sword,
The children of the prophets of the Lord,
Prince, priest, and people, spurned by zealot hate.
Hounded from sea to sea, from state to state,
The West refused them, and the East abhorred.
No anchorage the known world could afford,
Close-locked was every port, barred every gate.
Then smiling, thou unveil’dst, O two-faced year,
A virgin world where doors of sunset part,
Saying, "Ho, all who weary, enter here!
There falls each ancient barrier that the art
Of race or creed or rank devised, to rear
Grim bulwarked hatred between heart and heart!"

L'anno dalle due facce, Madre del Cambiamento e del Fato,
piangesti quando la Spagna estrasse la spada fiammeggiante,
i figli dei profeti del Signore,
Principe, prete, e popolo rifuggiti dall'odio fanatico
perseguitati da mare a mare, da Stato a Stato,
L'Ovest li rifiutava e l'Est li aborriva
Nessun ormeggio il mondo conosciuto poteva permettersi
Chiuso era ogni porto, sbarrato ogni cancello.
Allora sorridendo, senza veli, l'anno dalle due facce,
un mondo vergine dove le porte del tramonto si aprono
Dicendo “Ehi, tutti voi che siete stanchi, entrate qui!
Lì cade ogni antica barriera che l'arte
della razza o del credo o del rango aveva concepito, per accrescere
il fosco arroccato odio tra cuore e cuore!”

domenica 4 dicembre 2011

Lo chiamavano il Magnifico

E se, effettivamente, Firenze fu sin dall'inizio la stella polare del Rinascimento europeo, Lorenzo de' Medici ebbe il merito di far diffondere il linguaggio rinascimentale nelle altre Corti.
I capolavori nel campo dell'arte sono tanti e molti gli artisti che meriterebbero una citazione..Dovendo soffermarmi su qualcuno, spenderò qualche parola su Botticelli e sul suo ideale di bellezza.
In verità la riscoperta del corpo  come oggetto positivo è propria di tutto il Rinascimento, tuttavia la "Nascita di Venere" del Botticelli è, insieme alla altrettanto famosa "Primavera", l'icona del Rinascimento stesso.

Nascita di Venere

Ma torniamo al "Magnifico": non posso evitare di citare "Il trionfo di Bacco e Arianna", il più famoso dei Canti Carnascialeschi e che tutti noi abbiamo, a suo tempo, imparato a memoria..

...
Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo 
se non gente rozze e ingrate:
ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
..

Accanto all'invito alla gioia e alla spensieratezza, c'è la triste consapevolezza che tutto è effimero e che il tempo ci scivola via, una sintesi perfetta di quello che fu lo spirito dell'epoca.
Lorenzo morirà nel 1492, anno latore di grandi avvenimenti di cui parlerò  nel prossimo post.

sabato 3 dicembre 2011

Un mezzo gigante come amico

Lasciamo un gigante della letteratura come Boccaccio ed il  '300 per  imbatterci in un semigigante ed entrare così nel '400. Avete indovinato, ho intenzione di parlare del "Morgante" di Luigi Pulci, o meglio di Margutte, uno dei personaggi di questo poema. Morgante è un gigante, convertito da Orlando alla fede cristiana, mentre Margutte è un gigante-nano, in quanto è alto solo 4 metri (invece degli 8 "regolamentari"). Margutte è brutto, astuto e cattivo, tuttavia....

Io t'ho lasciato in dietro un gran capitolo
di mille altri peccati in guazzabuglio
che s'ì volesse leggerti ogni titolo,
e' ti parrebbe troppo gran mescuglio;
e cominciando a sciorre ora el gomitolo,
ci sarebbe faccenda insino a luglio;
salvo che questo alla fine udirai,
che tradimento ignun non feci mai.

Margutte ha raccontato a Morgante tutte le sue malefatte,  ma tra tanti peccati ce n'è uno di cui non è capace: tradire un amico. E forse, nell'amicizia, è tutto quello che si può chiedere. Morgante lo prende con sè.

venerdì 2 dicembre 2011

Un gigante di nome Boccaccio

Se Cecco Angiolieri può essere considerato l'antenato dei "poeti maledetti", l'autore del "Decameron" (che significa, letteralmente, "I libri delle 10 giornate") esercitò un'influenza ancora maggiore sulla letteratura mondiale: Chaucer, indiscusso padre della letteratura inglese, si ispirò al Decameron nella redazione dei sui "Racconti di Canterbury". 
La produzione di Boccaccio è di tutto rilievo; una lettura che mi sento di consigliare è  il "Ninfale Fiesolano", opera semplice ed elegante che racconta l'amore del pastore Africo per la ninfa Mensola e le origini delle città di Fiesole e Firenze. L'amore ed il desiderio sono il motore che fa girare tutte le cose; dalla castità, invece, non nasce niente.

...
Ma non poté sì coperta fuggire,
che Diana, fuggendo, pur la vide,
e poi cominciò quel fanciullo a udire,
il qual forte piangea con alte stride.
Diana incominciò allotta a dire
inverso lei con grandissime gride:
– Mensola, non fuggir, ché non potrai,
se io vorrò, né ’l fiume passerai.


Tu non potrai fuggir le mie saette
se l’arco tiro, o sciocca peccatrice! –
Mensola già per questo non ristette,
ma fugge quanto può alla pendice,
e giunta al fiume, dentro vi si mette
per valicarlo; ma Diana dice
certe parole, ed al fiume le manda,
e che ritenga Mensola comanda.


La sventurata era già a mezzo l’acque,
quand’ella i piè venir men si sentia,
e quivi, sì come a Diana piacque,
Mensola in acqua allor si convertia;
e sempre poi in quel fiume si giacque
il nome suo, ed ancor tuttavia
per lei quel fiume è Mensola chiamato.
Or v’ho del suo principio raccontato.

......

giovedì 1 dicembre 2011

Sostiene Alighieri...


Inferno XI Canto



"Filosofia" mi disse "a chi la 'ntende,
nota, non pur in una sola parte,
come natura lo suo corso prende


da divino intelletto e da sua arte;
e se tu ben la tua Fisica note,
tu troverai, non dopo molte carte,


che l'arte vostra quella, quanto pote,
segue, come 'l maestro fa il discente;
sì che vostr'arte a Dio è quasi nepote.


Da queste due, se tu ti rechi a mente,
lo Genesi dal principio, convene
prender su vita ed avanzar la gente;



e perché l'usuriere altra via tene,
per sé natura e per la sua seguace
dispregia, poi ch'in altro pon la spene.


In parole povere, il benessere  deve provenire dal lavoro fisico oppure da quello intellettuale, che avvicinano l'uomo a Dio; l'usuraio, invece, che pone la sua fede nel denaro, fa violenza alla natura. Dante mette gli usurai all'inferno.

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