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domenica 26 novembre 2017

I sette contro Tebe - Ἑπτὰ ἐπὶ Θήβας


Che 7 sia il numero magico per eccellenza è universalmente noto...Prima di Akira Kurosawa e di John Sturges, l'idea di redigere un copione che raccontasse di una memorabile battaglia avente per protagonisti 7 grandi guerrieri l'ebbe Eschilo (a detta di Aristofane, nelle sue “Βάτραχοι”, il più grande dei tragediografi greci ).
E poichè i temi cari al “Ciclo tebano”, come l'incerto confine tra la colpa e l'errore, l'antitesi tra la macchia del peccato originale e la ricerca tenace della virtù, l'impari lotta tra la voglia di riscatto e l'ineluttabilità del fato, sono sempre attuali, proviamo a riassumere le vicende della celebre trilogia dei Labdacidi.
Come tutti saprete, Edipo, a causa della maledizione che pesava sulla sua stirpe, uccise il padre Laio e sposò la madre Giocasta.
Da quell'unione nacquero 4 figli: Eteocle, Polinice, Antigone ed Ismene.
Un giorno, però, una terribile epidemia si abbattè sulla città e l'oracolo rivelò che la causa dell'ira divina era la mancata punizione dell'assassino di Laio. L'eroe, allora, iniziò le ricerche e, consultando l'indovino Tiresia, scoprì una terribile verità: era lui l'assassino di suo padre ed i suoi figli erano nati da un matrimonio incestuoso.
Giocasta, sconvolta dalla rivelazione, si uccise; Edipo, dopo essersi accecato, lasciò la città.
I due figli maschi, Eteocle e Polinice, si accordarono, allora, per regnare un anno ciascuno ma, alla fine del suo mandato, Eteocle si rifiutò di cedere, temporaneamente, la corona al fratello e lo esiliò.
Giunto nella città di Argo, Polinice sposò la figlia del re Adrasto e, guadagnato, così, il suo appoggio, ripartì alla volta di Tebe, alla testa di un esercito, per reclamare il trono.
Fermiamoci, per un momento, qui: da una parte c'è la violazione dei patti ( e quindi della Legge), dall'altra c'è il tradimento della propria patria: Polinice, per far valere il suo diritto, si rivolge ad un sovrano straniero, che porrà sotto assiedo la sua città natale.
Gli appassionati di Storia potranno citare parecchi episodi analoghi e anche oggi, con le dovute differenze, possiamo trovare delle situazioni comparabili.
La violazione del diritto altrui, di solito, non è latrice di pace e prosperità; i libri di Storia, d'altro canto, ci ammoniscono sui rischi del porre troppa fiducia nell'intervento straniero per ristabilire la Giustizia.
Eschilo, in cuor suo, sta dalla parte di Eteocle; nei “7 contro Tebe”, sorvola sulla sua colpa (eppure è stato proprio Eteocle, non rispettando l'accordo, a scatenare il conflitto) e ce lo presenta come un buon sovrano, che ha a cuore, innanzitutto, le sorti della πόλις .
Riportiamo, dunque, uno stralcio del suo celebre discorso...

Κάδμου πολῖται, χρὴ λέγειν τὰ καίρια
ὅστις φυλάσσει πρᾶγος ἐν πρύμνῃ πόλεως
οἴακα νωμῶν, βλέφαρα μὴ κοιμῶν ὕπνῳ.
εἰ μὲν γὰρ εὖ πράξαιμεν, αἰτία θεοῦ:
εἰ δ᾽ αὖθ᾽, ὃ μὴ γένοιτο, συμφορὰ τύχοι,
Ἐτεοκλέης ἂν εἷς πολὺς κατὰ πτόλιν
ὑμνοῖθ᾽ ὑπ᾽ ἀστῶν φροιμίοις πολυρρόθοις
οἰμώγμασίν θ᾽, ὧν Ζεὺς ἀλεξητήριος
ἐπώνυμος γένοιτο Καδμείων πόλει.

ὑμᾶς δὲ χρὴ νῦν, καὶ τὸν ἐλλείποντ᾽ ἔτι
ἥβης ἀκμαίας καὶ τὸν ἔξηβον χρόνῳ,
βλαστημὸν ἀλδαίνοντα σώματος πολύν,
ὥραν τ᾽ ἔχονθ᾽ ἕκαστον ὥστε συμπρεπές,
πόλει τ᾽ ἀρήγειν καὶ θεῶν ἐγχωρίων
βωμοῖσι, τιμὰς μὴ 'ξαλειφθῆναί ποτε:
τέκνοις τε, Γῇ τε μητρί, φιλτάτῃ τροφῷ:
ἡ γὰρ νέους ἕρποντας εὐμενεῖ πέδῳ,
ἅπαντα πανδοκοῦσα παιδείας ὄτλον,
ἐθρέψατ᾽ οἰκητῆρας ἀσπιδηφόρους
πιστοὺς ὅπως γένοισθε πρὸς χρέος τόδε.
….




Popolo di Cadmo, bisogna dire ciò che il momento richiede:
chi ha in custodia il bene della città
tiene saldo il timone e non si lascia sorprendere dal sonno.
Se infatti vinceremo, sarà merito degli dei;
se invece, al Cielo non piaccia, la sventura ci colpirà,
un nome solo, “Eteocle”, sarà invocato da molte voci
con inni tragici e lamenti, dai quali Zeus protettore,
per essere degno del suo nome, possa preservare la città cadmea.

E' necessario, ora, che anche voi, sia quelli che ancora
attendono il pieno vigore della giovinezza, sia quelli che ella ha
abbandonato con il passar del tempo, moltiplichiate le vostre forze,
e che ciascuno faccia la parte che gli compete,
portando soccorso alla città e agli altari degli dei della patria,
affinché il loro culto non sia mai cancellato,
ai figli e alla Terra madre, la nutrice più cara,
che, quando eravate bambini e muovevate i primi passi sul suo suolo benevolente,
si è fatta carico di allevarvi e ha fatto di voi dei leali cittadini capaci di reggere uno scudo
e che ora vi chiama nel momento del bisogno.
…..


Ma riprendiamo la nostra storia...
Polinice aveva schierato, davanti a ciascuna delle 7 porte di Tebe, un prode capitano: in breve, 7 grandi guerrieri, di quelli che terrorizzano i nemici.
Eteocle gli oppone, allora, i suoi 7 eroi; nell'ultima porta, in particolare, saranno proprio Eteocle e Polinice ad affrontarsi.
La sorte arriderà ai Tebani e l'esercito invasore sarà sconfitto; Eteocle, però, non essendo esente da colpe, non potrà assaporare il trionfo: i due fratelli si uccideranno a vicenda, compiendo il loro fato.

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