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martedì 31 luglio 2012

Le bestie di sempre

Continuiamo ad addentrarci nel XXI secolo. Il 2003 è l'anno della guerra in Irak e l'anno in cui Guillermo Carnero scrive i suoi "Poemas arqueológicos". Ed è l'anno in cui il Premio Nobel per la letteratura è assegnato al sudafricano J.M. Coetzee.
"Aspettando i barbari" è il racconto di oggi e fu scritto da Coetzee nel 1980,  quando in Sudafrica vigeva  l'apartheid.
In un villaggio di un fantomatico impero, un magistrato assiste alla brutalità dell'esercito nei confronti delle popolazioni nomadi. Inviati per verificare se i "barbari" stanno tramando contro l'impero, i soldati si accaniscono contro questa gente inerme: torture, omicidi...il tutto per preparare la solita guerra santa contro il "Nemico" del quale sembra che nessuno (Stato, gruppo o individuo) riesca ancora a fare a meno.
Il magistrato si ribella di fronte a queste colossali ingiustizie, ma è la ribellione di un uomo solo contro il Potere e quindi non rappresenta nessuna minaccia.
Critica senza mezze misure dell'imperialismo, il libro ci rammenta che il  Potere, quando è sfuggito ormai al controllo della collettività, è spietato e corrotto e che ha bisogno dell'odio e dell'appoggio delle  "bestie di sempre" per consolidarsi. 

sabato 28 luglio 2012

La fiesta del chivo

Entriamo così nell'anno 2000, anno del Giubileo e in cui a giubilare doppiamente sono i laziali che vincono uno storico scudetto. Bella squadra, non c'è che dire, con Verón, Nedvěd  e Mihajlović a dettare il gioco anche se, in un impossibile confronto a distanza, preferisco il gioco della Lazio del 1974, che era assai moderno per l'epoca; con il senno del poi, valeva la pena di tentare su un blocco di giocatori della Lazio per i Mondiali del 1974, forse avremmo fatto più strada.
Ma passiamo al racconto di oggi..Letteralmente, la "Fiesta del chivo" significa "la festa del caprone" ed intorno alla sua simbologia si sono fatte varie ipotesi.
Introduciamo prima però l'argomento di questo libro, che è  di una "nostra vecchia conoscenza" (e premio Nobel per la letteratura), Mario Vargas Llosa. Attraverso il viaggio nella memoria di una generazione, vengono ripercorse le tappe che portarono all'uccisione del dittatore della Repubblica Dominicana Trujillo, per evidenziare le condizioni di vita nella società dominicana, dove la "dea corruzione" detta i comportamenti ed il libero arbitrio è un lusso che non ci si può permettere.
Quindi cosa significa il titolo? "Chivo" (ossia caprone), era il soprannome con il quale era chiamato il dittatore per i suoi eccessi sessuali, mentre il termine "Fiesta" può essere intesa in più modi, anche se l'interpretazione più probabile è quella di festa in senso orgiastico, per quanto  ci si potrebbe riferire ad un'orgia  di sangue come avviene spesso dopo la morte di  un dittatore.

Post  collegati.: Pantaleon e le visitatrici

domenica 22 luglio 2012

Una canzone per un Vice Comandante

Concludiamo il nostro cammino negli anni '90 facendo il consueto riassunto degli avvenimenti principali che li hanno caratterizzati.
Abbiamo già detto di Nelson Mandela, che diviene il primo presidente nero del Sudafrica; Aznar subentra a Felipe Gonzalez  ed il Partito Popolare passa alla guida del governo della Spagna dopo un lungo periodo di guida socialista mentre in Venezuela,  Hugo Chavez diviene presidente.
Ma forse, dopo l'elezione di Mandela, l'evento che ha maggior impatto sull'opinione pubblica internazionale (o almeno su una certa parte di essa) è la crescente notorietà del Movimento Zapatista , iniziata con l'insurrezione del 1994.
Attivo in Chiapas,  uno degli Stati meridionali  del Messico, il Movimento è divenuto presto il simbolo della lotta dei popoli indigeni contro lo sfruttamento dei "nuovi colonizzatori" ed il suo capo carismatico è il Subcomandante Marcos ( "Subcomandate" perchè il  "Lider Maximo" è il popolo).
Al contrario di quello che è avvenuto con Che Guevara, la cui faccia è divenuta un simbolo in tutto il mondo, il volto di  Marcos non si conosce. Si conoscono, però, le sue grandi capacità di comunicatore, alle quali si deve il fatto che le vicende del Chiapas ricevano l'attenzione della stampa internazionale.
Non tutti sanno, forse, che il Subcomandante scrisse una volta una lettera a Joaquin Sabina, famoso cantante spagnolo. Mi piace riportare qui alcuni versi della risposta (e della canzone) di Sabina, perchè mi sono sembrati molto onesti in un mondo dove spesso si è incendiari o pompieri a seconda della convenienza.

.......

Pero, elige con cuidado 
a quién diriges tus cartas, 
porque hay leyendas que infartan 
al ánimo más templado.

¿Cómo puede merecer corresponsal tan bragado 
quien desde el mejor hotel de Cancún o de Sevilla
 oye hablar de la guerrilla 
como quien oye llover?
 Y, sin embargo excluido de partidos y banderas, 
me conmueve tu manera 
de no darte por vencido, 
de disputarle al olvido 
la hoguera del porvenir, 
de desempolvar la crin 
del caballo de Zapata, 
de matar a los que matan, 
de enseñarnos a vivir".
.......
Però scegli con attenzione
a chi spedisci le tue lettere
perchè ci sono leggende  che spaventano
l'animo più temprato.

Come può meritare un corrispondente così fiero
chi dal miglior Hotel di Cancún o di Siviglia
sente parlare della guerriglia
come chi sente piovere?
E, senza dubbio, fuori da partiti e da bandiere
mi commuove la tua maniera
di non darti per vinto
di disputare all'oblio
le fiamme dell'avvenire
di spolverare la criniera 
del cavallo di Zapata
di uccidere quelli che uccidono
di insegnarci a vivere


Post Collegati: Che Guevara Joaquin Sabina

sabato 21 luglio 2012

Queste pazze particelle

Esatto, è ora di parlare del romanzo di Michel Houellebecq "Les Particules élémentaires" (1998) .
Michel e Bruno sono due fratelli, abbandonati dalla madre e segnati nella loro vita, in modo differente, da questo abbandono. Sono in realtà molto diversi tra di loro. Mosso dalla sofferenze di Bruno, Michel decide di   impegnarsi in un progetto rivoluzionario: creare una razza geneticamente modificata, immortale e sterile, libera così  dall'angoscia della morte e dalla necessità  riproduttiva. I suoi studi porteranno, nel 2029, alla fine della razza umana come la intendiamo ora. E' questa la strada per la felicità ? Non lo so, ma forse, se potessimo scegliere un solo desiderio,  sceglieremmo  il non doverci separare mai dalle persone che amiamo. E' un sogno assurdo e infantile? Può darsi, ma è umano.

sabato 14 luglio 2012

Gioventù ribelle

Continuiamo la nostra escursione negli anni '90 per parlare questa volta del libro "Historia del Kronen" (1994)  dello scrittore spagnolo José Ángel Mañas.
Il Kronen è un bar dove Carlos, un giovane amante della trasgressione, si riunisce con i suoi amici per passare un'estate "alla grande". Finirà male, come è quasi matematico in questi casi.
L'opera comunque mi offre il pretesto per parlare di un altro dei grandi eterni miti, quello della giovetù ribelle alla quale il mondo del cinema ha imposto la faccia di James Dean (sapevate che il titolo originale del film era "Rebel without a cause"? Mi sembra molto più azzeccato che "Gioventu` bruciata"!). Beh, con una causa o meno, il ribellarsi ogni tanto è un comportamento sicuramente più umano dell'obbedienza acritica, che ha qualcosa di cinico e masochistico  insieme.
Comunque, se dovessi dare io una faccia alla gioventù ribelle (non me ne vogliano i fan di James Dean) sceglierei quella di Billy the Kid, il ragazzo bandido leggenda del West e immortalato anche lui in più trasposizioni cinematografiche, oltre che nella splendida Knockin' on Heaven's door di Bob Dylan.
Un saluto a tutti quelli che ogni tanto si ribellano.

sabato 7 luglio 2012

Un patto tra adulti

Spostiamoci in Messico, per parlare dell'opera teatrale "Entre Villa y una mujer desnuda" (Fra Villa e una donna nuda) di Sabina Berman (1993).

Che cos'è un patto tra adulti? Gina e Adrián hanno una relazione molto "liberal": entrambi sono divorziati, benestanti e attraenti: ognuno vuol vivere la sua vita in modo indipendente. Entrambi, inoltre, nutrono una grande ammirazione per Pancho Villa.

Ad un certo punto, però, Gina non è più contenta ed esige che Adrián si "impegni":


Quiero...Quiero...dormir...cada noche contigo. Quiero despertar contigo, cada mañana. Quiero desayunar contigo. Quiero que vengas a comer diario aquí. Quiero irme de vacaciones contigo. Quiero una casa en el campo. Quiero que hables con mi hijo de larga distancia, que hablen de cosas de hombres, que yo te lleve un té mientras hablas con mi hijo, seriamente. Quiero que acabes con Marta, digo: formalmente; que firmes ya un acta de divorcio. Quiero un collar de oro con mi nombre. Quiero disciplinarme por fin para ir a correr cada mañana. Quiero dejar de fumar. Quiero que vengas conmigo a Ciudad Juárez para elegir el terreno para la maquiladora. Quiero otra casa junto al mar. Y quiero... Quiero despertar contigo. Abrir los ojos cada mañana y verte. Quiero verte y cerrar los ojos y dormirme en paz. Y quiero que en veinte años ...me abraces... y me digas: la vida es buena.


 Adrián scompare per mesi , ma quando ritorna Gina è decisa a vendicarsi e a nulla valgono i suggerimenti di Pancho Villa per riconquistarla.  Adrián cade sempre più nel ridicolo e finisce nelle braccia dell'amica e socia di Gina.

Si può essere felici con un "patto tra adulti"? Da quanto visto in questi primi quarant'anni, mi pare proprio di no.

Post collegati: Pancho Villa

martedì 3 luglio 2012

Jazz

Torniamo negli USA e più precisamente ad Harlem, per parlare di Toni Morrison (non ha niente a che vedere con il grande Jim), scrittrice americana Premio Nobel per la Letteratura nel 1993.
Nel 1992 esce per l'appunto "Jazz", una storia d'amore e morte nella Harlem degli anni '20:  uno spaccato di vita urbana del proletariato nero fatto con una buona dose di originalità ed inventiva, con la musica di quegli anni a fare da sottofondo.
Siamo lontani dal politically correct "Il mio amico Arnold" che negli anni '80 portava nelle nostre case, in modo abbastanza soft, la trattazione di problemi molto seri come quelli dell'integrazione razziale, della droga, del bullismo, ecc. Sapevate che il titolo originale della serie era "Harlem contro Manhattan"? 
E nella Harlem degli anni '20 nascevano anche i mitici "Harlem Globetrotters" , che si portano bene i loro oltre 80 anni di storia; tra loro hanno militato stelle di prima grandezza della NBA, come Chamberlain .
Beh, visto che abbiamo scomodato Jim Morrison, anche se non ci azzecca, chiudiamo questo post con The end

lunedì 2 luglio 2012

La forza del singolo

Continuiamo a parlare di muri che vanno giù : nel 1994 Nelson Mandela diviene presidente del Sudafrica e  l'Apartheid è finito .
Il libro che ho scelto per trattare questo tema è "The power of one" di Bryce Courtenay; in realtà, in Italia è stato tradotto con "La forza di chi é solo", ma chi mi segue sa che sono abbastanza pignolo sulle traduzioni e, a torto o ragione, ritengo che non sia proprio questo quello che intendeva l'autore.
A corroborare la mia interpretazione è il fatto che il protagonista del romanzo, Peekay, sebbene di fatto sia orfano, non è mai veramente solo perchè riesce a guadagnarsi l'amicizia di persone straordinarie.
Quindi appoggio la traduzione fatta nell'omonimo film, "La forza del singolo", intesa a indicare la necessità che le diverse tribù che vivono in Sudafrica superino le loro antiche divisioni e si uniscano in un'unica forza: solo così potranno conquistare la libertà (non a caso, Peekay , quando é in carcere, é l'unico a parlare con tutte le diverse etnie).
Ma passiamo alla trama di questo che è uno dei migliori libri che mi sia capitato sottomano.
Peekay é un bambino inglese che vive in Sudafrica e che sperimenta sulla propria pelle la brutalità dei boeri. Nonostante passi attraverso molti orrori, non si perderà d'animo e grazie all'amicizia di Doc, un musicista tedesco, e di tutti coloro che lo prenderanno in simpatia, riuscirà a diventare un bravo pugile e, soprattutto, un vero uomo.
C'è anche una seconda parte, che però non è stata pubblicata in Italia e che non sono ancora riuscito a procurarmi (appena ci riuscirò ve la racconterò); per il momento, non vi perdete questo libro: é davvero avvincente.

Post collegatiII parte: Tandia

domenica 1 luglio 2012

Muri e muraglie

Gli anni '80 vengono a volte ingiustamente dipinti come gli anni dello yuppismo, della demenzialità dilagante e del disimpegno.
La verità é ben diversa: sono anni di cambiamenti epocali.
Nel 1982 veniva diffuso nelle sale, "The Wall", il film di Alan Parker basato sulle canzoni dell'omonimo album dei Pink Floyd, un'interessante analisi sulle falle dell'educazione scolastica e sull'incomunicabilità tra le persone: alla fine il protagonista verrà condannato alla pena che più lo terrorizza, l'abbattimento del muro dietro il quale aveva finito per arroccarsi.
Con Gorbaciov presidente dell'URSS inizia la "Perestroika" e quattro anni dopo si sgretolerà il muro di Berlino, segnando la fine della "Guerra Fredda". 
Mentre va giù il Muro di Berlino, in piazza Tiananmen gli studenti cinesi provano anche loro a volare oltre la Grande Muraglia, ma la repressione sarà durissima. Più tardi, comunque, anche il governo cinese dovrà aprire alle riforme (ma questo lo vedremo in seguito: nei prossimi anni,  altri muri andranno in pezzi e altri ancora verranno innalzati).
E visto che abbiamo fatto un riferimento a un grande gruppo della musica rock internazionale, approfittiamone per citare una canzone del 1990 del nostro Fabrizio De Andre' , per chiudere così gli anni '80 ed entrare negli anni '90: "La domenica delle salme".
Se non la conoscete, vi invito ad ascoltarla: una lucida critica in 7 minuti di un decennio della nostra storia: