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domenica 28 ottobre 2012

I consigli del Nasone

Continuiamo il nostro viaggio nell'universo dell'eros e facciamo un bel balzo all'indietro nel tempo, andando a spolverare niente poco di meno che l' "Ars Amatoria" di Publio Ovidio Nasone (per farla breve, "Ovidio").
Ovidio è uno dei maggiori esponenti della poesia elegiaca erotica e vi riporto qui uno stralcio della sua celebre opera "Ars amatoria".
Vediamo quali consigli ci da.....

Nec timide promitte: trahunt promissa puellas; Pollicito testes quoslibet adde deos. Iuppiter ex alto periuria ridet amantum, Et iubet Aeolios inrita ferre notos.
........
Ludite, si sapitis, solas impune puellas: Hac minus est una fraude tuenda fides. Fallite fallentes: ex magna parte profanum Sunt genus: in laqueos quos posuere, cadant.

Prometti senza timidezza: le promesse attirano le fanciulle; e come testimoni degli impegni presi invoca gli dei che preferisci. Giove dall'alto ride degli spergiuri degli amanti, e Eolo ordina ai venti di disperderli nel nulla.
......
Scherzate impunemente, se siete furbi, solo con le fanciulle:in questo caso una frode è meno grave che la lealtà. Ingannate chi inganna: le donne sono, per la maggior parte, una razza sacrilega: che cadano nei lacci che hanno teso.

Beh, non c'è male....L'opera di Ovidio, comunque, è davvero senza tempo, vale la pena di ridargli un'occhiata. 

sabato 27 ottobre 2012

Eros e Movida

Dopo la trattazione della più famosa delle guerre, parliamo di amore e cerchiamo di colmare una delle tante lacune di questo blog dedicando un po' di spazio alla poesia erotica.
Ho scelto di iniziare la trattazione di questo tema attraverso una delle voci poetiche femminili più rappresentative del XX secolo, Ana Rossetti, poetessa spagnola che ebbe un ruolo molto importante in quel movimento sociale e artistico chiamato "la movida", parola che quasi immediatamente (e a volte impropriamente)  associamo ai nostri week-end in Spagna.
L'eros è una parte essenziale della poesia di Ana Rossetti e vi riporto i versi di una delle sue poesie più conosciute, "Chico Wrangler", perchè può essere interessante, per noi uomini, vedere come approccia questo particolare universo l' "altra metà del cielo":

Dulce corazón mío de súbito asaltado.
Todo por adorar más de lo permisible.
Todo porque un cigarro se asienta en una boca
y en sus jugosas sedas se humedece.
Porque una camiseta incitante señala,
de su pecho, el escudo durísimo,
y un vigoroso brazo de la mínima manga sobresale.
Todo porque unas piernas, unas perfectas piernas,
dentro del más ceñido pantalón, frente a mí se separan.
Se separan.

Dolce cuore mio assalito all'improvviso.
Tutto per adorare più di quanto ci è permesso.
Tutto perchè una sigaretta si aggiusta in una bocca
e nelle sue sugose sete si inumidisce.
Perchè una maglietta incoraggiante mette in rilievo,
del suo petto, lo scudo durissimo,
e un vigoroso braccio dalla minuscola manica risalta.
Tutto perchè delle gambe, delle perfette gambe,
dentro al pantalone più attillato, di fronte a me si dividono.
Si dividono.

Alla prossima.

domenica 21 ottobre 2012

Achille -parte terza


Facciamo un passo indietro rispetto al post precedente e concludiamo questo breve ciclo dedicato ad Achille riportando un pezzo del suo dialogo con Ulisse.
Dopo la lite con Agamennone, Achille si era ritirato nel suo accampamento rifiutandosi di combattere; la guerra sta volgendo a mal partito per i Greci poichè i Troiani si sono avvicinati alle loro navi e quindi Agamennone manda gli eroi più grandi e ricchi doni per cercare di convincerlo a combattere di nuovo.
Tra questi ambasciatori c'è Ulisse, del quale Achille ha sempre avuto molta stima.
Mi interessa riportare, però, un frammento della risposta di Achille all'ambasciata di Ulisse che ci mostra quanto il personaggio sia lontano dagli stereotipi con i quali viene generalmente rappresentato:


Niente, per me, ha un valore uguale a quello della vita: non quanto dicono
che Ilio, solida città, aveva prima, in pace,
prima che vi giungessero i figli degli Achei;
nè quanto racchiude la soglia di pietra del tempio d'Apollo
Febo Saettante, in Pito rocciosa.
Buoi, grassi montoni si posson rapire,
comprare tripodi e bionde criniere di cavalli;
ma la vita d'un uomo, perchè torni indietro, rapir no la puoi
e nemmeno afferrare, quando ha passato la siepe dei denti.

Più tardi, fuori di sè per la morte dell'amico Patroclo, Achille farà una tale strage di Troiani che provocherà l'ira del fiume Scamandro, ma ciò non cambia il mio giudizio: Achille conosce meglio degli altri l'importanza della vita umana, perchè sa che la sua sarà breve.
Come abbiamo visto ieri, una volta ucciso Ettore, avrà pietà di Priamo.


sabato 20 ottobre 2012

Achille -parte seconda


Nel post precedente avevamo visto Achille ribellarsi alla prepotenza di Agamennone e sfidare la sua autorità davanti a tutti.
Ma Achille non è irrispettoso nei confronti dell'autorità, sia pure solamente morale.
Vediamo come si comporta con Priamo, un altro re, venuto a chiedere il riscatto del corpo del figlio Ettore.



Ma dopo che Achille divino fu sazio di gemiti,
passò dal cuore e dalle membra la brama,
s'alzò dal trono all'improvviso  e rialzò il vecchio per mano,
commiserando la testa canuta, il mento canuto,
e volgendosi a lui disse parole fugaci:
"Ah sventurato, quanti mali hai patito nel cuore!
E come hai potuto alle navi degli Achei venire solo,
davanti agli occhi d'un uomo che molti e valorosi
figli ti ha ucciso?Tu hai cuore di ferro."

Ed effettivamente, Priamo, "simile ai numi", è un altro personaggio nobile della storia (tra le altre cose, è , praticamente, l'unico dei Troiani a non rivolgere mai nemmeno uno sguardo di rimprovero alla bella Elena). 
Visti i precedenti, non c'è da stupirsi che Achille lo preferisca al comandante supremo del suo esercito e per questo sospende la guerra per i 9 giorni richiesti dal vecchio re per consentirgli di celebrare i funerali di Ettore.
Anche Achille, quindi, conosce la "pietas"..

Post collegati: Achille -parte prima Achille -parte terza

giovedì 18 ottobre 2012

Achille -parte prima


Facciamo un break per quanto riguarda la trattazione della letteratura contemporanea e riprendiamo il vocabolario di greco.. Visto che giusto ieri, mentre  mi stavo cimentando nell'ardua impresa di mettere un po' di ordine nelle mie librerie mi sono trovato tra le mani una copia dell'Iliade, cercherò di trattare, in questo e nei prossimi post, il personaggio a mio avviso più controverso: Achille.
Gli eroi della "guerra per eccellenza" sono molti e alcuni preferiranno Ettore o Enea  per la loro umanità, oppure Ulisse per il suo ingegno (è lui il vincitore di Troia, non altri), ma le cose più interessanti le dice proprio il "Pelide".
Come tutti sapete, l'Iliade inizia per l'appunto con la celebre lite tra Achille e Agamennone....
Vediamo cosa dice Achille:



Il Pelide di nuovo con dure parole investì l'Atride e non trattenne la collera:
"Ubriacone, con occhi di cane e cuore di cervo,
mai di indossar la corazza con l'esercito in guerra
nè di andare all'imboscata insieme ai migliori degli Achei
hai avuto il coraggio: questo ti sembra essere morte.
E' molto più semplice nel largo campo degli Achei
togliere i doni a chi ti parla in faccia:
re divoratore dei beni del popolo, poichè dei codardi comandi;
altrimenti Atride, offendevi per l'ultima volta."

Achille è l'unico tra i re che osa mettere in discussione l'autorità di Agamennone e lo fa senza mezze misure, rinfacciandogli davanti a tutti la sua vigliaccheria.
Sarà per le sue origini divine? A mio avviso no, il suo atto di ribellione è umano al 100%.
Probabilmente, davanti ad un Agamennone che volesse sottrargli la ricompensa, il grande Totò, che non era re ma principe,  eroe dei nostri tempi (e soprattutto di una classe proletaria ormai quasi scomparsa, le cui imprese epiche erano quelle volte a sbarcare il lunario utilizzando come unica arma la famosa "arte di arrangiarsi"), avrebbe fatto ricorso alla sua celebre protesta: "Siamo uomini o caporali?".
Anche se cambiano i tempi e le forme di espressione, non cambiano i concetti: Achille è eroe moderno sin dall'inizio.
Al prossimo post.

Post collegati: Achille -parte seconda Achille -parte terza

domenica 14 ottobre 2012

Il cimitero dei libri dimenticati

Restiamo in Spagna per parlare de "La sombra del viento", il best seller di Carlos Ruiz Zafón.
Il "cimitero dei libri dimenticati"  è un luogo misterioso e intrigante...

Cada libro, cada tomo que ves, tiene alma. El alma de quien lo escribió y el alma de quienes lo leyeron y vivieron y  soñaron con él.....

Ogni libro, ogni tomo che vedi, ha un'anima. L'anima di chi lo ha scritto e di quelli che lo hanno letto e vissuto e sognato con esso...

Cada libro que ves aquí ha sido el mejor amigo de alguien....

Ogni libro che vedi qui è stato l miglior amico di qualcuno....

La costumbre es que la prmera vez que alguien visita este lugar tiene que elegir un libro, el que prefiere, y adoptarlo, asegurandóse de que nunca desaparezca, de que siempre permanezca vivo.

L'usanza è che la prima volta che una persona visita questo luogo deve scegliere un libro, quello che preferisce, e adottarlo, assicurandosi che non scompaia mai e che viva per sempre...

Daniel, il protagonista, è un ragazzo di 11 anni, che  stato condotto lì dal padre libraio.Sceglie, appunto, "L'ombra del vento", di Julian Carax. Lo legge tutto d'un fiato e cerca altri libri dello stesso autore, ma scopre che questi sono stati dati alle fiamme. Daniel investiga e in un susseguirsi di eventi e di colpi di scena, arriverà alla soluzione del mistero. Ad aiutare Daniel nelle sue indagini è Fermín, un mendicante dotato di una parlantina fuori dal comune (secondo la migliore tradizione spagnola...[Come dimenticare Satur, il domestico dell'Aguila Roja nella fortunata serie televisiva?]), ma dovranno scontrarsi con il cattivissimo Fumero, il capo della polizia criminale di Barcellona (siamo nella Spagna franchista del 1945).
Di più non vi racconto...Alla prossima.

sabato 13 ottobre 2012

Due donne a Praga

Spostiamoci oggi in Spagna, per parlare di Juan José Millás e di uno dei suoi libri che è capitato tra le mani in questi anni, "Dos mujeres en Praga", per l'appunto.
A scanso di equivoci, questa incantevole città, non ha nulla a che vedere con la trama del racconto: "Praga" è il nome che Maria José associa alla cucina della sua amica (e protagonista), Luz:

-No saldria nunca de esta cocina - dijo Maria José-, es como si estuviéramos en Praga 
-¿En Praga?
-Si, no conozco Praga, pero me la imagino con calles estrechas y patios interiores. Me gustan las calles que parecen pasillos.

-Non uscirei mai da questa cucina-disse Maria José-, é come stare a Praga.
-A Praga?
-Si, non sono mai stata a Praga però me la immagino con strade strette e cortili interni. Mi piacciono le strade che sembrano corridoi.

Facciamo però un passo indietro e parliamo della trama del romanzo... Luz vuole far scrivere la storia della sua vita e si rivolge ad un professionista, Alvaro.
Inizia così il lavoro di ricostruzione e attraverso una serie di conversazioni, Alvaro e Luz trovano dei punti in comune tra le loro vite.
E del resto, quando si comincia a fare un bilancio della propria vita, soprattutto dopo gli "anta" non è difficile rendersi conto che molte delle nostre angosce esistenziali sono a "fattor comune" con gli altri, dai fantasmi del passato  alla sincerità dei rapporti personali più stretti, dalla solitudine ai desideri sessuali.
Una buona lettura.

martedì 2 ottobre 2012

Il birraio della discordia

Restiamo dunque in Sicilia e parliamo di un libro oggetto di un'iniziativa che fece abbastanza scalpore: gli insegnanti delle classi ginnasiali di un liceo del Ragusano decisero, anni fa, di sostituire la lettura  de "I promessi sposi" con quella del "Birraio di Preston", di Camilleri, adducendo la motivazione che i Promessi Sposi annoiavano gli alunni con il rischio che poi ci fosse un rifiuto da parte loro nei confronti della letteratura.
Devo dire che, per quanto mi riguarda, a me i Promessi Sposi non annoiarono affatto e mi anzi sono impegnato, come punto d'onore, di farli leggere alla mia compagna (che è straniera)..Sebbene finora i tentativi non siano andati a buon fine, non desisterò.
"Il Birraio di Preston", comunque, è molto divertente e quindi ben venga il coraggioso tentativo di rinnovare il programma ministeriale ogni tanto..Chi pensa che la scuola  debba restare immobile in secula seculorum erra: senza esperimenti non c'è nemmeno progresso.
Ma veniamo alla trama: il Prefetto vuole far rappresentare a tutti i costi, all'inagurazione del teatro di Vigata, l'opera lirica "Il Birraio di Preston", particolarmente invisa ai vigatesi, e lascia quindi carta bianca ad un noto "uomo di rispetto"  locale affinchè imponga, con le buone o con le cattive, la sua volontà.
Don Memè usa la sua "ars persuadendi"  per intimidire coloro che maggiormente osteggiano la rappresentazione dell'opera, ma sarà tutto vano: alla fine bisognerà ricorrere all'esercito per arginare i tumulti nel giorno della rappresentazione. In un susseguirsi di eventi comici e drammatici, alla fine viene svelato il perchè di tanta ostinazione da parte del Prefetto: voleva fare un omaggio alla sua consorte, facendo inagurare il teatro con la stessa opera a cui avevano assistito quando si erano conosciuti..Il fatto è che la memoria del Prefetto non era poi così buona: non era "Il Birraio di Preston" l'opera alla cui rappresentazione incontrò la sua futura moglie, ma "La Clementina".
Va beh, basta il pensiero!!!!

lunedì 1 ottobre 2012

I Beati Paoli

Visto che nell'ultimo post siampo passati per la Sicilia, mi è venuta in mente una lettura della mia infanzia, "I Beati Paoli" di Luigi Natoli (1909-1910).
Il collegamento tra Cicerone, impegnato a far condannare un governatore disonesto, e la misteriosa setta di giustizieri potrebbe sembrare arduo, ma questo libro fu il mio primissimo contatto con la Sicilia ed inoltre è un caro ricordo perchè mi fu regalato da mio nonno in tempi molto duri e quindi fu un dono particolarmente apprezzato. 
Romanzo popolare (e storico), ambientato appunto nella Sicilia degli inizi del XVIII secolo, racconta gli intrighi e le avventure dei duchi della Motta. 
Con la fine della guerra di successione spagnola, mentre il Regno di Sicilia viene ceduto dalla Spagna ai Savoia, fa il suo ingresso in città  Blasco da Castiglione, novello D'Artagnan.
Come il guascone, è infatti agghindato in abiti ridicoli e cavalca un ronzino che non ha nulla da invidiare a quello di Don Chisciotte. Come D'Artagnan, Blasco si batte e ama, ma fortunatamente il finale è abbastanza lieto: sarà lui, infine, il Duca della Motta e sposerà Violante, il suo vero amore.
Certo, le affinità con il romazo di Dumas ci sono, tuttavia dietro i "Beati Paoli" c'è un notevole lavoro di investigazione, per non parlare delle atmosfere della Sicilia di quel periodo che Natoli ha saputo perfettamente ricostruire.
E' probabilmente uno dei libri più letti in assoluto nell'isola e mi sento assolutamente di suggerirlo a tutti gli amanti del genere.
Un saluto.