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venerdì 26 dicembre 2014

Tutta colpa delle stelle..

Sarà sicuramente capitato anche a voi di esservi innamorati di qualcuno e di essere stati bersagliati, da amici e parenti, con suggerimenti del tipo "stai sprecando il tuo tempo dietro a quello/quella", "pensa a studiare o non combinerai nulla di buono..", ecc.,  in un'escalation fino al fatidico "Si è davvero bevuto/a il cervello!" che mette una pietra tombale sui vostri rapporti sociali, almeno fino a rinsavimento certificato.
Beh, forse vi consolerà sapere che stessa sorte toccò anche a Pico della Mirandola, famoso per la sua prodigiosa memoria. 
Vi riporto, dunque, uno stralcio di uno dei suoi "Carmina"..

PICI MIRANDULENSIS AD AMICUM EXCUSATIO QUOD AMET
  
Quid me nequitiae damnas ? quid dicis inertem
quem premat imposito pulchra puella iugo ?
quid virides annos studiis melioribus aptos,
quid frangi ingenium dicis, amice, meum ?
quod nec grande aliquid nec fortia bella capessam
enerventque animos carmen et umbra meos ?
uror amans, fateor, sunt haec mea proelia, flammas
nec volo nec possum dissimulare meas.
crimen at hoc certe nostrum, si crimen amare est,
non ego, si spectes, sed magis alter habet.
cogimur, est animo maior vis indita nobis,
quae negat arbitrio vivere quemque suo.
illa reluctantes violento vexat ab axe,
illa sua mentem sub ditione tenet.
stat fati series, stat non mutabilis ordo,
stant leges, vetita non licet ire via.
condita sunt primo firmataque foedera ab aevo
quae rata sanxerunt tempus in omne dei.
si sequor hanc vitam, nobis haec vita sequenda est;
vilvit ab imperio me mea stella suo.
 ....


GIUSTIFICAZIONE DI PICO DELLA MIRANDOLA AD UN AMICO PER ESSERSI  INNAMORATO

Di quale malvagità mi rimproveri? Perché dici inerte
colui che la bella fanciulla, avendogli posto il giogo, opprime ?
Che gli anni giovanili sono appropriati ai migliori studi,
perché dici, o amico, che il mio ingegno è spezzato?
Perché non qualcosa di grande né guerre eroiche intraprenderò
e la poesia e la quiete infiacchiscono il mio animo?
Ardo amando, lo confesso, queste sono le mie battaglie,
e non voglio né posso nascondere le mie fiamme.
Ma il nostro è certamente un crimine, se amare è un crimine,
non io, se guardi bene, ma un altro ha maggiormente colpa.
Siamo costretti, una forza più grande ci viene introdotta nell'animo
che nega a ciascuno di vivere a proprio arbitrio
quella ci scuote dal violento cielo riluttanti
quella tiene la mente sotto il suo potere
Vi è una successione del fato, c'è un ordine che non si può mutare,
ci sono delle leggi, e non è consentito andare per una via proibita.
Dall'alba dei tempi sono stati fatti e firmati i patti
che gli dei hanno dichiarati validi per sempre
se seguo questa vita, è perché questa vita dobbiamo seguire;
la mia stella mi travolge a suo comando.
....

E Pico continua la sua arringa dettagliando il proprio Oroscopo, per dimostrare che amare è il suo fato:

....
iudicet, Assyria qui stellas novit ab arte,
si mihi bella sequi, si nec amare licet. 

...
Giudichi, chi conosce le stelle attraverso l'arte Assira,
se devo inseguire guerre, se non mi è lecito amare.


 Se così è scritto...

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