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sabato 9 marzo 2019

Attenti a quei due

E già...Chi non ricorda Daniel Wilde (Tony Curtis) e Brett Sinclair (Roger Moore), nonché l'indimenticabile sigla della fortunatissima serie?
Protagonista dell'avventura odierna è, però, un'altra coppia di playboy combinaguai... Nientepopodimeno che Giove e Mercurio, abilmente messi in scena da Plauto in “Amphitruo”.
L'Anfitrione è, infatti, la commedia del “doppio” per antonomasia e ha tra gli altri meriti quello di averci regalato due parole ormai di uso comune nella nostra lingua.
Poiché Giove, infatti, invaghitosi di Alcmena, ha preso le sembianze del marito per soddisfare il suo capriccio, ad un certo punto di Anfitrione ve ne sono due. E come si fa, allora, a distinguerli? Chi è il vero Anfitrione?
“E' quello presso cui si cena!”- dirà Sosia, nel rifacimento di Molière della commedia plautina, il cui nome svela l'altro sostantivo che ha arricchito il nostro dizionario: Mercurio, infatti, per aiutare il padre nella tresca, aveva assunto, a sua volta, le sembianze del fido servo di Anfitrione e così anche quest'ultimo dovrà fare i conti con il suo “doppio”.
Ma veniamo alla nostra storia...Anfitrione torna vittorioso dalla sua spedizione contro i barbari e, appena approdato, invia Sosia dalla moglie per annunciargli il felice esito della missione e affinché quest'ultima predisponga tutto per accoglierlo come si deve.
Giove, però, aveva preso le sembianze di Anfitrione per ingannare la donna e giacere con lei, così Mercurio, per guadagnar tempo, prende le sembianze di Sosia e, con le minacce, impedisce al servo di entrare in casa. Il dialogo tra i due è esilarante:
….
Mercurius:Ego sum Sosia ille quem tu dudum esse aiebas mihi.
Sosia:Obsecro ut per pacem liceat te alloqui, ut ne vapulem.
Mercurius:Immo indutiae parumper fiant, si quid vis loqui.
Sosia:Non loquar nisi pace facta, quando pugnis plus vales.
Mercurius: Dic si quid vis, non nocebo.
Sosia:Tuae fide credo?
Mercurius: Meae.
Sosia:Quid si falles?
Mercurius:Tum Mercurius Sosiae iratus siet.

Mercurio:Sono io quel Sosia che poco fa affermavi di essere.
Sosia:Ti prego di fare pace e di lasciarmi parlare senza essere bastonato.
Mercurio:E sia, ti concedo un breve armistizio: puoi parlare.
Sosia:Non parlerò se non a pace fatta, dato che con i pugni sei tu il più forte.
Mercurio: Puoi dire quello che vuoi, non ti farò del male.
Sosia:Posso fidarmi di te?
Mercurio: Si.
Sosia:E se mi inganni?
Mercurio:Allora Mercurio se la prenda con Sosia.
.
Sosia: Tu negas med esse?
Mercurius.: Quid ego ni negem, qui egomet siem?
Sosia.: Per Iovem iuro med esse neque me falsum dicere.
Mercurius.:At ego per Mercurium iuro, tibi Iovem non credere; nam iniurato scio plus credet mihi quam iurato tibi.
Sosia.:Quis ego sum saltem, si non sum Sosia? te interrogo.
Mercurius.:Vbi ego Sosia nolim esse, tu esto sane Sosia;nunc, quando ego sum, vapulabis, ni hinc abis, ignobilis.

Sosia: Tu neghi che io sia Sosia?
Mercurio: Come potrei non negarlo, dato che Sosia sono io.
Sosia: Per Giove giuro che lo sono io e di non dire il falso.
Mercurio: Ed io giuro per Mercurio che Giove non ti crede; infatti so che crederà più a me, anche senza giuramenti, che a te se giuri.
Sosia: Ti chiedo: chi sono io, dunque, se non sono Sosia?
Mercurio: Quando io non vorrò più essere Sosia, siilo pure tu; adesso, che io lo sono, sarai bastonato se non te ne vai, ignoto.

Al povero Sosia non resta che tornare dal suo padrone e riferire come è andata l'ambasciata. Poco dopo, Giove si congeda da Alcmena, adducendo come pretesto che deve tornare dal suo esercito e promettendo di ritornare presto.
Raggiunto il campo, Sosia prova a raccontare ad Anfitrione quanto è accaduto ma quest'ultimo, ovviamente, non può credere ad una storia così inverosimile ed i due si dirigono, allora, a casa.
Assistiamo, dunque, all'idilliaco incontro....

Amphitruo: Et quom te gravidam et quom te pulchre plenam aspicio, gaudeo.
Alcumena:Obsecro ecastor, quid tu me deridiculi gratia sic salutas atque appellas, quasi dudum non videris quasique nunc primum recipias te domum huc ex hostibus atque me nunc proinde appellas quasi multo post videris?
Amphitruo:Immo equidem te nisi nunc hodie nusquam vidi gentium.
Alcumena:Cur negas?
Amhitruo:Quia vera didici dicere.

Anfitrione: Come sono contento di vederti gravida e bella pienotta.
Alcmena: Per Castore, perché mi deridi salutandomi così, come se non mi avessi già vista , come se ora, per la prima volta, tornassi a casa dalla guerra e ti rivolgi a me come se non mi vedessi da molto tempo?
Anfitrione: E' proprio così, non ti ho visto prima d'ora.
Alcmena: Perché lo neghi?
Anfitrione: Perché ho imparato a dire sempre la verità.

.

Amphitruo:Vbi primum tibi sensisti, mulier, impliciscier?
Alcumena:Equidem ecastor sana et salva sum.
Amphitruo:Quor igitur praedicas,té heri me vidisse, qui hac noctu in portum advecti sumus?ibi cenavi atque ibi quievi in navi noctem perpetem,neque meum pedem huc íntuli etiam in aedis, ut cum exercitu hinc profectus sum ad Teloboas hostis eosque ut vicimus.
Alcumena:Immo mecum cenavisti et mecum cubuisti.

Anfitrione: Quando hai avuto il primo turbamento, moglie?
Alcmena: Ma io sto benissimo!!!
Anfitrione: E allora perché affermi di avermi visto ieri, dato che siamo arrivati al porto stanotte? Lì ho cenato e sono rimasto a riposare sulla nave tutta la notte e non ho messo più piede in questa casa da quando sono partito con l'esercito per la guerra ai Teleboi fino a quando non li abbiamo vinti.
Alcmena: Tuttavia hai cenato qui e sei venuto a letto con me.

Le cose si mettono male....Per evitare che Alcmena venga accusata, ingiustamente, di adulterio, interviene Giove in persona e racconta ad Anfitrione l'accaduto.
Alcmena partorirà due gemelli: uno frutto della relazione con Anfitrione e l'altro di quella con il padre degli dei (il secondo diverrà un eroe fortissimo...Avete indovinato di chi si tratta?).
E Anfitrione accetterà il volere del cielo, riconciliandosi con Giove.

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