Editore di Directory Italia - http://directory-italia.blogspot.com/

sabato 18 ottobre 2025

Ottobre

Era una giornata meravigliosa: di quelle così splendidamente romane che perfino uno statale di ottavo grado, ma vicino a zompà ner settimo, be', puro quello se sente allacciasse ar core un nun socché, un quarche cosa che rissomija a la felicità. 

E' vero, Roma ha la capacità di mitigare malumori e malanni di ogni tipo meglio di tante altre città ed è forse per questo che molti, che non erano nati romani, di fatto, almeno un po', lo divennero. 

Keats vi spese i suoi ultimi mesi (abitava a Piazza di Spagna), e in zona vissero anche Percy B. Shelley e Lord Byron; Goethe, durante il suo viaggio in Italia, abitò in via del Corso. 

"Pe' falla breve, er mejo de' Romanticismo è passato de' qui!". 😃

Ed il dialetto romanesco, così vivo, colorito e aulico avrà sicuramente fatto breccia su chi ha avuto la sorte di soggiornare qui. 

Quelli della mia generazione ridevano, al cinema, con Adriano Celentano, che si cimentava nei panni di due dei personaggi romani per antonomasia, "Rugantino" ed "Er più". E nella letteratura fu Gadda, milanese anche lui, a cimentarsi con il nostro dialetto. Esatto, l'incipit di questo post è tratto proprio da " Quer pasticciaccio brutto de via Merulana"! 

Il commissario Ingravallo indaga su 2 reati, un furto ed un omicidio, commessi, a stretto giro, nello stesso stabile dove abitano 2 suoi amici, i coniugi Balducci. E come nei romanzi di Sciascia, più si indaga e più si aggroviglia la matassa, in un caos bonario e umanissimo sicché, anche quando la ricerca della verità sembra incamminarsi sulla buona strada, basta un "No, nun so' stata io" per rimettere tutto in dubbio. Perché la protesta dell'arrestata risuona così pura che ci viene voglia di crederle e di rassegnarsi all'impossibilità di avere Giustizia.

domenica 11 agosto 2024

Il silenzio è d'oro?

 Affrontiamo oggi, come sempre in modo scherzoso, uno dei problemi più famosi della Teoria dei Giochi: il dilemma del prigioniero.
La polizia arresta 2 persone sospettate di aver commesso una rapina e le interroga in 2 stanze separate: nessuno dei 2 sospettati, quindi, sa quale sarà il comportamento dell'altro.
Ad entrambi  il procuratore fa la seguente proposta:
“Puoi scegliere se confessare o restare in silenzio. Se confessi ed il tuo complice rimane in silenzio, farò cadere tutte le accuse contro di te ed userò la tua testimonianza  per far sì che il tuo complice riceva una condanna severa (N.D.R. : diciamo, giusto per quantificare, 10 anni!). Parimenti, se il tuo complice confessa e tu resti zitto, lui sarà libero e tu sconterai la pena. Se confessate entrambi,  io otterrò 2 condanne, ma farò in modo che entrambi abbiate uno sconto di pena (ad es., una condanna a 6 anni per ciascuno). Se restate entrambi in silenzio, mi dovrò accontentare di una condanna mite per possesso di armi da fuoco (un anno a testa)”.
Voi cosa fareste? La confessione è la strategia dominante, ma se entrambi confessassero l'esito sarebbe peggiore di quello che si otterrebbe se entrambi stessero zitti. Se uno mantiene il silenzio, però, non ha nessuna garanzia che l'altro farà lo stesso.
Considerate che il  problema del “dilemma del prigioniero” è stato riadattato in varie vesti, da quella “economica” ("mercato oligopolista") a quella “politica” (“Guerra Fredda”): di fatto, sottintende l'eterno conflitto tra l'interesse personale e quello di gruppo: se tutti ci comportassimo in modo egoistico le conseguenze sarebbero dannose per tutti.
Di una cosa, però, sono sicuro... Luca non aprirebbe bocca.
Avete indovinato, il libro che fa da sfondo a questa breve chiacchierata è “Il segreto di Luca”, di Ignazio Silone.
Il protagonista torna a casa dopo aver scontato 40 anni di prigione per un delitto che non ha commesso. La grande colpa, che il paese non gli perdona, è che non abbia cercato di difendersi, rinchiudendosi, invece, in un ostinato silenzio.
Luca aveva, però, almeno secondo i canoni “romantici”, un buon motivo...

P.S.: Nello stesso anno di pubblicazione del romanzo(1956), l'Unione Sovietica reprime la rivolta ungherese, ma anche questo impero comincia a scricchiolare.

domenica 14 gennaio 2024

Le due bisacce

 Uffa!!!!C'è sempre qualcuno che ha qualcosa da ridire...Se facciamo una cosa perché l'abbiamo fatta, se non la facciamo perché non l'abbiamo fatta...Oppure perché l'abbiamo fatta in quel modo... E questo non va bene... E quello è tutto sbagliato...E quest'altro andava fatto così..

Insomma, per quanto ci sforziamo, non va mai bene!

C'è sempre qualche “giuria” o, quando ci va bene, qualche “guidatore del sedile posteriore”, che si sente in dovere di smorzare il nostro entusiasmo.

Eppure, spesso e volentieri, i critici dell'arte altrui sono tutt'altro che degli esempi da seguire o dei maestri da ascoltare con attenzione.

Certo, i social media hanno ingigantito il fenomeno, che però risale all'alba dei tempi , di disprezzare quanto fatto dagli altri e allora chiediamo spiegazioni al nostro amico Esopo, per iniziare l'anno almeno con un sorriso.

Προμηθεὺς πλάσας ποτὲ ἀνθρώπους δύο πήρας ἐξ αὐτῶν ἀπεκρέμασε, τὴν μὲν ἀλλοτρίων κακῶν, τὴν δὲ ἰδίων. καὶ τὴν μὲν τῶν ὀθνείων ἔμπροσθεν ἔταξε, τὴν δὲ ἑτέρων ὄπισθεν ἀπήρτησεν.
Έξ οὗ δὴ συνέβη τοὺς ἀνθρώπους τὰ μὲν ἀλλότρια κακὰ ἐξ ἀπόπτου κατοπτάζεσθαι, τὰ δὲ ἴδια μὴ προσορᾶσθαι.
Τούτῳ τῷ λόγῳ χρήσαιτο ἄν τις πρὸς ἄνδρα πολυπράγμονα, ὃς ἐν τοῖς ἑαυτοῦ πράγμασι τυφλώττων τῶν μηδὲν προσηκόντων κήδεται.

Prometeo, dopo aver plasmato gli uomini, appese loro al collo 2 bisacce, una ricolma dei difetti altrui e l'altra dei propri e fece in modo che quella dei difetti propri pendesse davanti e quella dei difetti altrui dietro.
Perciò, gli uomini vedono da lontano i difetti degli altri, ma non si accorgono dei propri.
Questa favola potrebbe essere utile per l'impiccione che, cieco nelle proprie faccende, si cura di quelle che non lo riguardano.

domenica 26 marzo 2023

Studere studere..

Riprendiamo il nostro thread sui mali del web e dei social media.
Oltre agli hater, ai troll e alle fake news, purtroppo, tocca sorbirsi anche certe “chicche”  che, più che ilarità, suscitano sconforto.
Nessuna materia si salva: Storia, Geografia, Latino, Inglese, Fisica e Medicina vengono, inesorabilmente,  stravolti, con buona pace del “De docta ignorantia” di Nicolò Cusano,  che suggerirebbe maggiore prudenza ed accettazione dei limiti della propria conoscenza.
Proviamo a riderci sopra lo stesso e partiamo proprio da quanto ci è toccato sentire in piena pandemia, quando moltissimi, senza necessità di laurea,  salivano in cattedra e ci  indicavano come avremmo dovuto curarci, prendendo spunto dal “solito” Esopo....



Il medico ignorante
Un medico era ignorante. Avendo in cura un ammalato, sebbene tutti i medici dicevano che quest'ultimo non correva pericolo di vita ma che i tempi di guarigione sarebbero stati lunghi, lui solo gli disse di sistemare tutte le sue pendenze: “Non passerai la giornata di domani”. Detto ciò, se ne andò.
Dopo qualche tempo, il malato si rimise in piedi e uscì di casa, pallido e camminando a fatica.
Avendolo incontrato, il medico gli chiese: “Salve, come stanno gli abitanti degli Inferi?”.
E quello rispose: “Sono tranquilli, poichè hanno bevuto l'acqua del Lete . Poco tempo fa, però, Morte e Ade minacciavano terribilmente tutti i medici, perché non lasciano morire gli ammalati, e si sono messi a registrarli  tutti . Stavano per registrare anche te, ma io, essendomi gettato ai loro piedi, li ho implorati, giurando che tu non sei un vero medico ma che, senza fondamento, sei stato calunniato".
La favola mette alla gogna i medici ignoranti ed inesperti, capaci solo di chiacchierare.


Beh, oltre ai “sedicenti medici”,  quelli che parlano a sproposito sui social sono tanti  (e qualcuno ha anche tanto di “blasone”).
E, allora, da buon “Romano de Roma”, non posso non rispolverare la celebre poesia di Gioacchino Belli (che, tra l'altro, sarebbe stato un buon compare di Esopo)...

Il saggio del Marchesino Eufemio

A dì trenta settembre il marchesino,
d’alto ingegno perché d’alto lignaggio,
diè nel castello avito il suo gran saggio:
di toscan, di francese e di latino.
Ritto all’ombra feudal d’un baldacchino
con voce ferma e signoril coraggio,
senza libri provò che paggio e maggio
scrìvonsi con due g come cuggino.
Quindi, passando al gallico idioma,
fè noto che jambon vuol dir prosciutto,
e Rome è una città simile a Roma.
E finalmente il marchesino Eufemio,
latinizzando esercito distrutto,
disse exercitus lardi, ed ebbe il premio!

 Post collegati:

L'anello di Gige 

lunedì 2 gennaio 2023

Chiamiamo il dottore?

Iniziamo l'anno con una favola del “perspicace” Esopo...

Αἴλουρος ἀκούσας ὅτι ἔν τινι ἐπαύλει ὄρνεις νοσοῦσι, σχηματίσας ἑαυτὸν εἰς ἰατρὸν καὶ τὰ τῆς ἐπιστήμης πρόσφορα ἀναλαβὼν ἐργαλεῖα παρεγένετο καὶ στὰς πρὸ τῆς ἐπαύλεως ἐπυνθάνετο αὐτῶν, πῶς ἔχοιεν. αἱ δὲ, ὑποτυχοῦσαι· καλῶς, ἔφασαν, ἐὰν σὺ ἐντεῦθεν ἀπαλλαγῇς.
οὕτω καὶ τῶν ἀνθρώπων οἱ πονηροὶ τοὺς φρονίμους οὐ λανθάνουσι, κἂν τὰ μάλιστα χρηστότητα ὑποκρίνωνται.

Un gatto, avendo udito che in una fattoria alcune galline erano malate, essendosi vestito da medico ed avendo preso con sé gli strumenti utili della professione si recò da loro e, fermatosi davanti alla fattoria, domandò loro come stessero. E quelle rispondendo: "Bene", dissero, "se tu vai via di qui".Così, anche tra gli uomini, i malvagi non ingannano i prudenti, anche se fingono infinità bontà.

Beh, Esopo ci mette in guardia da coloro che sembrano preoccuparsi di noi e hanno, invece, altre mire, tuttavia voglio mettere in risalto, in questo caso, il rapporto che si instaura, a volte, tra chi fa la professione più bella del mondo (escludendo quella del “genitore”) e l'ammalato, vero o falso che sia.
Di guarigioni “lampo” dettate dalla paura, come quella delle galline, ce ne sono e continueranno ad essercene molte, così come di malanni passeggeri, dettati dalla voglia inconscia di marinare la scuola o il lavoro oppure, semplicemente, dal desiderio di oziare e di ricevere un po' di coccole.
Ma siamo sicuri che i “finti ammalati” siano tutti pigroni o ipocondriaci come Argante?
Rispolveriamo una scenetta del film “Nell'anno del Signore”, di Luigi Magni.
Un breve riassunto per chi il film non l'ha visto...
Nella Roma papalina, un gruppetto di Carbonari cospira per cambiare le cose e la storia di due di loro, il medico Montanari ed il giovanissimo Targhini (personaggi effettivamente esistiti e ghigliottinati) , si intreccia con quella del calzolaio Cornacchia e della sua amante Giuditta. Come sempre avviene, la passione politica si mescola con quella dei sensi e tra Montanari e Giuditta nasce l'amore.
Il goffo tentativo di  Targhini e Montanari  di pugnalare un traditore, prima che riveli tutti i segreti e comprometta i compagni, fallisce ed i due finiscono nei guai.
Insieme a Giuditta, si rifugiano in casa di Cornacchia ma subito dopo arriva anche lui e ...
Cornacchia: Ecco, si c’avevo un dubbio, mò me s’è chiarito. (a Targhini)  E nun so si è chiaro pure pè voi: c’ho le corna.
Montanari: No, è che..
Cornacchia: No, è che l’anima de li mortaxxx tua e de la rivoluzione. Sta arrivanno Nardoni con la pattuglia. Famo finta che me sento male e tu sei venuto qui pè visitamme. (comincia a svestirsi e appoggiarsi sul letto) Ajo, oddio come me sento male, ajo oddio come me sento male, che c’ho?  
Montanari: C’hai un core come ‘na casa, Cornà.

sabato 31 dicembre 2022

Tora!Tora!Tora!

Qual è stato uno dei primissimi film che avete visto al cinema?
Beh, per quelli della mia generazione la risposta è semplice....Escludendo i cartoni della Walt Disney, con gli eterni Pippo, Pluto e Paperino, e l'altrettanto eterno 007,  il primo film “da grandi”  sul grande schermo fu, sine ullo dubio, “Tora!Tora!Tora!” (di Richard Fleischer, Kinji Fukasaku e Toshio Masuda).

Come tutti saprete, è la storia dell'attacco a Pearl Harbor; oggi, però, scopriremo qualcosa che scaturì proprio come conseguenza di quell'attacco e che è divenuta uno degli strumenti più utilizzati nella valutazione della bontà dei  modelli predittivi.

Dopo l'attacco, infatti, gli USA iniziarono a cercare uno strumento matematico per individuare gli aerei giapponesi analizzando i loro segnali radar. In soldoni, lavorarono su un classificatore binario che attribuisse ai segnali, come  probabilità che si trattasse di un aereo giapponese, un valore tra 0 e 1. Avevano inoltre bisogno, però, di un valore soglia per decidere se la probabilità assegnata al segnale dovesse essere considerata alla stregua di una reale minaccia o di un falso allarme.

Naturalmente, un valore soglia molto alto avrebbe avuto come conseguenza che ben pochi segnali sarebbero stati considerati come pericolo reale mentre un valore soglia basso avrebbe comportato che quasi tutti i segnali sarebbero stati classificati come tali. Ovviamente i valori soglia possibili sono infiniti: per visualizzarli tutti, gli USA crearono quella cosa che noi data scientists conosciamo come  Receiver Operating Characteristics o ROC curve.

Questo strumento ci consente di mettere in relazione, per qualsiasi modello di predizione, la proporzione di Falsi Positivi (quello che in statistica si chiama “rumore”)  con la proporzione di Veri Positivi (che, nel caso specifico, erano gli aerei nemici), per ciascuno dei valori soglia possibili. A seconda del tasso di Falsi Positivi e Veri Positivi che si è disposti ad accettare, si sceglierà un punto sulla curva e a quello corrisponderà un valore soglia predetermianto.

Da allora, gli usi della ROC curve sono stati tantissimi e particolarmente importanti  sono quelli nel campo della medicina; ad es., viene usata nei test di gravidanza e, ultimamente, è stata usata nei test COVID che tutti noi abbiamo fatto, e, probabilmente, continueremo a fare.


immagine ROC Wikipedia




lunedì 14 novembre 2022

Unicuique suum

Stavolta il Diritto Romano non c'entra, né vogliamo scomodare Sciascia...Dobbiamo provare a risolvere uno dei più grandi dilemmi che ci attanaglia, nella nostra quotidianità, fin dalla notte dei tempi: la ripartizione.
Come ripartire i costi e/o i benefici? In parti uguali?
Beh, almeno nel sociale, questa soluzione ci sembra tutt'altro che equa... Del resto, don Lorenzo Milani, a proposito del sistema scolastico italiano del tempo, nella sua “Lettera ad una professoressa”, faceva notare che “non c'è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra diversi”, ossia che dietro il paravento della cosiddetta “meritocrazia” si celava, spesso e volentieri, una discriminazione “de facto” nei confronti degli studenti più svantaggiati a livello socio-economico e culturale.
E siamo sicuri che, anche nelle nostre piccole cose di tutti i giorni, ripartire in parti uguali , ad es. il costo di una cena tra amici oppure quello di una corsa in un taxi condiviso (a chi non è capitato?) sia giusto? E nel caso non lo riteniate tale, come vi comportate? Esiste una formula “magica” che ci cavi d'impaccio senza far torto a nessuno?
Esaminiamo, allora, la soluzione proposta da Lloyd Stowell Shapley, premio Nobel per l'Economia nel 2012, che è denominata, per l'appunto, il “Valore di Shapley” e costituisce uno dei fondamenti della teoria dei giochi cooperativi.
Il “Valore di Shapley” assegna, infatti, una ricompensa ad ogni giocatore presente nella coalizione, in funzione del contributo marginale che apporta ad essa.
Sia v(S) la funzione caratteristica che esprime l'utilità per ogni coalizione S contenuta in un insieme N di giocatori; dobbiamo calcolare la media di tutti i contributi marginali del giocatore su tutti gli ordinamenti possibili dei giocatori della coalizione.


Dove φ(i,v) è la ricompensa ricevuta dal giocatore i.

Facciamo un esempio pratico.
Supponiamo che tre colleghi, che si trovano sullo stesso cammino per andare al lavoro, a seguito dell'aumento del prezzo del carburante, decidano di usare la macchina del più lontano tra loro e di dividere le spese della benzina.
Assumiamo che, sulla base della distanza da casa, la spesa settimanale di ciascuno sia rispettivamente:

Carlo: 50 euro
Giovanni: 15 euro
Antonio: 10 euro

Si vede immediatamente che la coalizione verrebbe premiata con un beneficio di 25 euro: alla fine della settimana, infatti, la spesa complessiva ammonterebbe a 50 euro anziché 75.
Ma come bisognerebbe ripartire il denaro risparmiato?
Beh, applicando la formula, otterremmo che il valore di ciascuno equivale a :

Carlo: 40,83
Giovanni: 5,83
Antonio:3,33

Quindi, in sostanza, Carlo e Giovanni risparmierebbero, ciascuno, circa 9,17 euro, mentre Antonio risparmierebbe, circa, 6,67 euro.
A parte il nostro piccolo quotidiano, gli ambiti in cui il “Valore di Shapley” è applicabile sono molti in un mondo in cui la cooperazione diviene sempre più l'asse portante dello sviluppo economico ed i suoi principi vengono richiamati anche nel cosiddetto “Altruismo Efficace” (“Effective Altruism”).
Riporto il link della calcolatrice online e degli esempi per chi volesse approfondire: calcolatrice valore di Shapley
Concludiamo, infine, parlando di solidarietà, che dovrebbe andare sempre insieme alla cooperazione, altrimenti significa che qualcosa non va...E lo facciamo, attraverso le parole di Seneca e di una delle sue Epistole a Lucilio, la 95.
….
Natura nos cognatos edidit, cum ex isdem et in eadem gigneret; haec nobis amorem indidit mutuum et sociabiles fecit. Illa aequum iustumque composuit; ex illius constitutione miserius est nocere quam laedi; ex illius imperio paratae sint iuvandis manus.
….
La natura ci generò consanguinei, avendoci creato dalle medesime cose e per il medesimo fine; questa ci ispirò l’amore reciproco e ci rese socievoli. Quella operò in modo corretto e giusto; secondo il suo ordine è più rattristante fare del male che riceverlo; secondo il suo comando siano pronte le mani per coloro che devono essere aiutati.