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sabato 28 aprile 2012

La stanza sul retro

Spostiamoci adesso a Salamanca, per parlare del romanzo "El cuarto de atrás" di Carmen Martín Gaite.
Durante una notte di insonnia, C. riceve la visita di uno sconosciuto e conversando con questi  ricorda vari episodi della sua infanzia e della sua gioventù che hanno influenzato la sua vita (e quella di molte ragazze della sua età). Questo viaggio nei ricordi personali è anche l'occasione di una riflessione sopra il franchismo ed i segni che ha lasciato. Ma che cos'è "El cuarto de atrás" o "La stanza dei giochi" (come l'hanno tradotto in italiano)? Io sono partigiano del leggere i libri nella lingua in cui sono stati scritti, perchè con la traduzione fatta da altri si perde la libertà di interpretare le tante sfumature che ci sono in un bel racconto (o in una poesia), quindi questo stralcio è la traduzione del testo originale fatta dal sottoscritto.

La mia casa di Salamanca aveva due corridoi paralleli, quello "davanti" e quello "di dietro", che comunicavano tra loro attraverso un altro piccolino, in cui non c'erano stanze, lo chiamavamo "il trattino dell'H". Le stanze del primo corridoio si affacciavano su Plaza de los Bandos, quelle dell'altro su un patio dove c'era il lavatoio della casa, ed erano la cucina, la carbonaia, la stanza della servitù e "la stanza sul retro".
Era molto grande e in essa regnavano il disordine e la libertà, era permesso cantare a squarciagola, spostare i mobili, saltare sopra un divano vecchio e con le molle rotte, che chiamavamo "il povero divano", sdraiarsi sul tappeto, macchiarlo di inchiostro, era un regno dove nulla era proibito. Fino alla guerra, abbiamo studiato e giocato lì in piena libertà, c'era spazio in abbondanza.
Però quello spazio non l'avevamo discusso con nessuno, nè era sottoposto a delle leggi che avevano richiesto approvazione: la stanza era nostra e punto.

Con l'inizio della guerra civile e degli accaparramenti di viveri, diventerà poi una dispensa, ma non è questo su cui volevo soffermarmi.  Se dovessi effettivamente riflettere su quella che era la mia "stanza sul retro" (uso la traduzione letterale perchè, a mio avviso, "El cuarto de atrás"  è qualcosa in più rispetto ad una stanza dei giochi, è quasi una necessità sia per i piccoli che per i grandi, e chiamarla in questo modo rende meglio l'idea di qualcosa di nascosto, uno spazio riservato agli "addetti ai lavori" ), dovrei dire che  ne ricordo almeno tre (una quando stavo a casa mia, una quando stavo in casa di mia nonna, una quando andavo al mare): già, senza "El cuarto de atrás" la vita di noi 40enni sarebbe stata meno lieta, altro che Play Station!



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