Editore di Directory Italia - http://directory-italia.blogspot.com/

domenica 10 marzo 2013

Herr Doktor

Passiamo adesso ad esaminare uno dei temi caldi degli ultimi anni, quello della bioetica e, come nostro costume, lo facciamo ricorrendo all'ausilio della letteratura.
Avete indovinato, stiamo per parlare di un romanzo cult, il precursore per eccellenza dei temi bioetici, "Frankenstein", dell'inglese Mary Shelley.
Ma se la storia del mostro e del suo creatore è arcinota a tutti grazie alle varie trasposizioni cinematografiche di cui è stata oggetto , il libro ha molte chiavi di lettura e, come spesso capita, fu incompreso all'inizio dalla critica.
Riprendendo un tema più volte trattato in questo blog, ossia se l'essere umano debba avere dei limiti o meno, la Shelley non si discosta dal filone letterario che vuole che chi cerchi di varcare la "soglia proibita" finisca inesorabilmente per essere travolto: il Doktor Frankenstein paga assai caro il suo amore per la creazione.

How dangerous is the acquirement of knowledge and how much happier that man is who believes his native town to be the world, than he who aspires to be greater than his nature will allow.

Come è pericolosa l'acquisizione del sapere e come è più felice l'uomo che crede che la sua città nativa sia il mondo rispetto a colui che aspira ad essere più grande di quanto la sua natura gli consentirà.


E se poi il libro è divenuto un cult tra i romanzi dell'orrore (o meglio, del "terrore"), è perchè evoca  l'ancestrale timore che la moltitudine  ha sempre avuto nei confronti della scienza: Frankenstein, addirittura, osa sostituirsi a Dio ed il risultato non può che essere disastroso.
Infine il romanzo è stato letto da alcuni come il dramma della diversità: il mostro diviene uno spietato  assassino in quanto perseguitato per il suo aspetto e temuto per la sua forza, ma come ogni tanto capita, non sono d'accordo con questa interpretazione, almeno nella sua interezza. Pagina dopo pagina, il mostro conosce il mondo e alla fine, anche nel male, è persino più umano del suo creatore. Come ogni uomo cerca di essere accettato dagli altri, vuole fare amicizia, desidera  una compagna  e come ogni uomo impara ad odiare quando gli viene fatto del male. E non gli sfugge la doppiezza dell'umana morale:

Listen to me, Frankenstein. You accuse me of murder; and yet you would, with a satisfied conscience, destroy your own creature. Oh, praise the eternal justice of man!

Ascoltami, Frankenstein. Mi accusi di omicidio e ancora distruggeresti, con la coscienza soddisfatta, la tua creatura. Oh, sia lode all'eterna giustizia dell'uomo!

No, decisamente il mostro di Frankenstein, sebbene non sia bellissimo come le star di Hollywood,  è umano (e imperfetto) come il suo creatore: più che il dramma della diversità è il dramma della similitudine: attraverso la sua creatura il Doktor Frankenstein prende coscienza della natura umana, un misto di bene e di male, di nobiltà e di malvagità, di timore della solitudine e di bisogno d'affetto.

Link collegati: Doktor Faust

Nessun commento:

Posta un commento