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domenica 15 novembre 2015

Mοῖρα - il pellegrinaggio di Don Alvaro

Facciamo un break e rispolveriamo uno dei classici del Romanticismo spagnolo, “Don Alvaro o la fuerza del sino” (“Don Alvaro o la forza del destino”) di Ángel Saavedra, il “Duque de Rivas”, che ci consente di allargare il discorso iniziato a proposito di indovini, vaticini e matematica.
Un po' di romanticismo, in fin dei conti, oggigiorno ci vuole e gli ingredienti necessari, nell'opera del Duque de Rivas, ci sono tutti: l'eroe coraggioso e tormentato, la “donna angelo”, l'eterna lotta tra l'amore e le convenzioni sociali, l'onore e il sentimento religioso.

¡Ángel consolador del alma mía!
¿Van ya los santos cielos
a dar corona eterna a mis desvelos?
Me ahoga la alegría...
¿Estamos abrazados
para no vernos nunca separados?
Antes, antes la muerte.
Que de ti separarme y de perderte.

Angelo consolatore della mia anima!
Vanno già i santi cieli a dar eterna corona ai miei sacrifici?
Mi affoga l'allegria...
Stiamo abbracciati
per non vederci mai separati?
Prima, prima la morte.
Piuttosto che separarmi da te e perderti.

Scontato anche il finale, con Don Alvaro che si suicida (altrimenti che eroe romantico sarebbe?) dopo aver provocato la morte, in un modo o nell'altro, di tutti quelli che la sua passione gli ha messo davanti.
E sebbene i suoi nemici cadano come mosche di fronte alla sua spada, nulla può contro il destino, i cui progetti non prevedono che i sogni dell'innamorato vengano coronati.

Baste.
¡Muerte y exterminio! ¡Muerte
para los dos! Yo matarme
sabré, en teniendo el consuelo
de beber tu inicua sangre.

E' troppo.
Morte e sterminio! Morte
per entrambi! Io togliermi la vita
saprò, avendo la consolazione
di bere il tuo sangue iniquo.

Già, Romanticismo a parte, rimane il dilemma se sia meglio essere fatalisti o sfidare il proprio fato, come Edipo. Beh, quelli di voi che appartengono al club dei “dreamers” sicuramente non avranno dubbi: se c'è una buona ragione per ribellarsi all'ineluttabilità del destino, questa è l'amore.

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