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domenica 31 gennaio 2016

A Carnevale

Si avvicina il Carnevale e allora, come nostro solito, andiamo a vedere come lo celebravano i Romani, visto che ho recuperato questa breve versione di latino....

December est mensis quo civitas exultat et luxuriae publice indulget.
Tota urbs sonat. Servi vestes dominorum induunt, cum dominis laeti accumbunt et magno cum gaudio cenant. Cives autem togam exuunt.
Pauci sobrii manent; multi, ebrii, tempus luxuria et libertate agunt.

Dicembre è il mese in cui la cittadinanza gioisce e si abbandona pubblicamente alla lascivia.
Tutta la città risuona. I servi indossano i vestiti dei padroni, lieti si accomodano a tavola insieme ai padroni e con grande allegria cenano. I cittadini poi si tolgono la toga.
Pochi restano sobri; molti, ebbri, impiegano il tempo in lussuria e libertà.

Come vedete, il “Carnevale Romano”, ossia i “Saturnalia”, cadeva in Dicembre, ossia con l'approssimarsi della fine dell'anno, e simboleggiava l'esigenza di rinnovamento.
Crollavano le barriere sociali e le inibizioni per liberare un'energia primordiale e rigeneratrice (ovviamente, poi si tornava all'ordine precostituito). I Romani, in questi giorni, tra banchetti (N.D.R. : anche se non c'erano frappe e castagnole, se la passavano bene lo stesso!) e celebrazioni religiose (vivevano di agricoltura, quindi bisognava propiziarsi gli dei per avere un buon raccolto), si scambiavano gli auguri ed anche dei piccoli regali, detti “strenne” (dal latino “strena”; già, proprio così: la “strenna” di Natale viene proprio dall'usanza romana di scambiarsi dei regali durante i Saturnali).
Alla prossima.

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