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domenica 4 ottobre 2015

Fai il bravo...

A scanso di equivoci, non è un incitamento a intraprendere la carriera del Griso e del Nibbio ma soltanto un modismo della nostra lingua, l'equivalente di “be good” in inglese o “portate bien” in spagnolo.
Chissà quante volte, magari, le mamme di questi due galantuomini, che con ogni probabilità non parlavano né inglese né spagnolo, avranno rivolto loro queste precise parole ed i due pargoli sembrano averle prese così bene alla lettera da diventare entrambi “capi dei bravi” (rispettivamente di quelli di Don Rodrigo e di quelli dell'Innominato)!
Probabilmente la parola “bravo”, per qualificare il mestiere del Griso e dei suoi compari , viene dal latino “pravus” (malvagio), mentre in spagnolo questa parola significa “coraggioso, valoroso”.
Joking apart, per oggi niente greco né latino né letteratura ma parleremo, invece, di comportamenti e di modelli di apprendimento, perché non dobbiamo mai smettere di migliorarci imparando.
E partiamo allora dal “Behaviorismo”, scuola di pensiero creata da John B. Watson negli anni '20, che si dedica allo studio di come il processo di apprendimento influenzi il nostro comportamento.
In soldoni, il lavoro consiste nell'osservare come le persone reagiscono agli stimoli che vengono loro forniti e nel registrare le loro risposte a tali stimoli.
Non c'è ombra di dubbio che l'ambiente in cui viviamo eserciti una grande influenza sul nostro modo di comportarci, obbligandoci ad imparare nuovi modelli comportamentali e motivandoci a cambiare (oppure a restare noi stessi).
Un ruolo importante, come sottolinea B.F.Skinner, lo giocano le conseguenze che un determinato comportamento porta con sé: se il nostro modo di agire verrà ricompensato, è molto probabile che quel “modus operandi” verrà ripetuto e quindi immagazzinato (N.D.R.:“ripetendo si impara!!!!”); se, invece, verrà sanzionato, difficilmente sarà ripetuto. Ci sono, ovviamente, delle eccezioni, altrimenti non ci si spiega perché il Pierino di turno finisca sempre dietro la lavagna o perché il cappello con le orecchie d'asino alcuni non riescano proprio a toglierselo, ma comunque il ragionamento fila.
Punti di debolezza nell'approccio behaviorista, però, ve ne sono: in questo modo le persone non sono incoraggiate a sviluppare delle proprie strategie di apprendimento né delle proprie motivazioni. La nuova frontiera è quindi quella dell'interazione, di divenire parte attiva del processo di apprendimento e sicuramente Internet ci offre delle potenzialità tali che possiamo imparare tutto quello che vogliamo, come vogliamo, dove vogliamo e quando vogliamo. Dovremmo, per equità, dare anche qualcosa in cambio, quindi... Diamoci da fare!

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