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lunedì 14 maggio 2012

Primavera di Praga

Prima di entrare definitivamente negli anni '80,  cerchiamo di non tralasciare altri eventi storici e letterari che caratterizzano gli anni '70.
Il 1968, oltre ad essere l'anno della protesta studentesca, è anche l'anno dei tragici avvenimenti che seguirono la "Primavera di Praga". Con questa espressione si vuole indicare il tentativo di democratizzazione della Cecoslovacchia portato avanti dal riformista Dubček, che però fu stroncato dall'Unione Sovietica: nell'Agosto del '68, carri armati e contingenti militari sovietici invasero il paese (e ci restarono  fino al 1990).
Tra le proteste che ne seguirono, bisogna ricordare quella dello studente Jan Palach, che si diede fuoco in piazza San Venceslao.
Quei drammatici giorni sono raccontati magistralmente nell'omonima (e imperdibile, per chi non la conosce già) canzone di Francesco Guccini, Primavera di Praga .
Nella Praga invasa dall'Unione Sovietica si snodano anche le vicende del romanzo "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Kundera.
Beh, visto che siamo un "Liceo Classico" (anche se "Permanente"), per parlare del romanzo prenderò spunto da quando a Tomas, uno dei protagonisti, viene in mente la storia di Edipo.
Come tutti saprete, Edipo giacque nel talamo nuziale con la propria madre; ebbene, Edipo non sapeva di dormire con sua madre tuttavia, quando se ne rese conto, non si sentì innocente: non potendo sopportare la vista delle sventure che aveva causato con la propria ignoranza, si strappò gli occhi e partì, cieco, da Tebe.
L'ignoranza  non può essere l'alibi per le nostre azioni (il che  non ha nulla a vedere con il celebre 'Ignorantia legis non excusat'  caro ai giuristi; semmai vuol significare esattamente il contrario: Kundera usa la storia di Edipo per condannare senza appello quei giudici cecoslovacchi che, ingannati (forse) dalla polizia sovietica, mandavano a marcire in prigione (o a morire) degli innocenti: gli "io non sapevo", "io credevo che"  ,  ecc. non bastano a mantenere l'anima pura: chi ha delle responsabilità ha il dovere di sapere e di non farsi ingannare, nemmeno da chi ha molti mezzi.

E per concludere...

La vera bontà dell'uomo si può manifestare in tutta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rappresenta alcuna forza. 
M.Kundera



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