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sabato 22 marzo 2014

I mesi più lunghi

Ci sono strade che tutti dobbiamo, prima o poi, percorrere.
Già, accenneremo quindi a quelle malattie implacabili, sempre in agguato, che preferiamo ignorare perché ci sembra impossibile che possano un giorno bussare alla nostra porta.
Ed il giorno in cui ciò avviene, inizia il nostro viaggio, anzi il nostro pellegrinaggio, in quei luoghi di dolore e speranza che sono gli ospedali.
Ed è un cammino che si fa tutti insieme: malato, amici e parenti, medici.
La prima cosa da fare è informarsi, studiare: conoscere quello che si sta affrontando è essenziale per potersi preparare al meglio, perché la prova è durissima.
Poi, bisogna trovare le forze e lottare.
Purtroppo in una buona parte dei casi la scienza non è sufficiente e allora non servono a molto né il coraggio del malato né l'abnegazione dei familiari; qualche volta, invece , si riesce ad ottenere, un altro “round” (o meglio, ancora un po' di quella felicità e divertimento che vengono riscoperti e che diventano preziosi quando ci si rende conto che il gioco sta per finire, per rifarmi al titolo di una delle mie ultime letture [Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra]), ed è quello che vorremmo , in questi casi, che venisse sempre regalato ai nostri cari, per stare ancora un po' insieme, per fare quello che si è ogni volta rimandato nell'illusione di avere sempre tempo.
Ma prima di ottenere il responso finale, tutti noi che siamo in cammino, sfogliamo nel nostro intimo il libro dei ricordi e rivediamo scorrere le immagini di una vita, perché abbiamo giocato, studiato, lavorato, sperato, amato, sbagliato, litigato, perdonato, affrontato i nostri guai, avuto i nostri piccoli successi e la nostra parte di delusioni.
Quello che è stato (o quello che abbiamo percepito ) e una quotidianità fatta di miglioramenti e peggioramenti, colloqui con i medici, referti di analisi e sale di attesa, ci passano davanti agli occhi quasi contemporaneamente.
E sono molti e complessi gli interrogativi che sia il malato che quelli che gli stanno vicino si pongono durante e dopo questi giorni.
Ho introdotto, prima, il libro di Terzani, perché questo scrittore ci racconta magistralmente la sua esperienza personale, le sue riflessioni ed il suo viaggio dall'avamposto della scienza medica occidentale, gli Stati Uniti, all'Oriente e alla medicina alternativa.
Parlare con la gente, prendere coscienza che ci sono approcci filosofici diversi dal nostro di fronte alla malattia e alla sofferenza certamente ci arricchisce e forse può aiutarci a trovare le risposte alle nostre domande. La serenità, però, è una conquista interiore che richiede un lungo cammino: nessuno, per quanto faccia del suo meglio, ce la può dare.

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