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sabato 8 marzo 2014

Il cavallo ed il soldato

Beh, è tempo di rimettere mano al dizionario di greco e di ripescare uno dei miei autori preferiti, il mordace Esopo.
Archiviamo Truffaldino, quindi, ma continuiamo a parlare, in qualche modo, del tema del lavoro.
Sfogliando i miei libri mi è capitato di imbattermi, infatti, nella favola "il cavallo e il soldato" e mi sono chiesto se Orwell l'avesse letta prima di scrivere la sua "Fattoria degli animali", a dimostrazione del fatto che Esopo è veramente un "evergreen"!!
Vediamola insieme:



Un soldato, finchè era tempo di guerra, nutriva con orzo il cavallo, avendolo come compagno nei pericoli. Quando la guerra terminò, il cavallo portava carichi pesanti e svolgeva lavori usuranti, e veniva nutrito con sola paglia. Appena la guerra fu annunciata di nuovo ed il trombettiere fu udito, il padrone, messo il morso al cavallo e indossando egli stesso le armi, montò in sella.
Il cavallo, non avendo alcuna forza, cadeva in continuazione; dato che il padrone lo rimproverava, disse: "Devi andare tra gli opliti della fanteria, adesso; tu infatti da cavallo mi trasformasti in asino e come ti aspetti [adesso] che io da asino divenga di nuovo cavallo?

Esopo ci ricorda, dunque, che dobbiamo aver sempre cura di quelli con i quali condividiamo i nostri giorni, in famiglia, nello sport, nel lavoro (ma in realtà è la vita stessa ad essere un mestiere, come diceva Pavese), altrimenti sentiremo la loro mancanza quando ne avremo più bisogno.

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