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mercoledì 14 marzo 2012

Un giornalista di nome Pereira

Anche il Portogallo, come la Spagna e l'Italia, conosce in questo periodo l'oscurità di una lunga dittatura (che durerà fino alla "Rivoluzione dei garofani" nel 1974).
Il libro del quale vi parlerò oggi, come avrete indovinato, è "Sostiene Pereira", di Tabucchi.
Lettura assolutamente gradevole, narra l'evoluzione di un giornalista apatico, dedito solo al ricordo della moglie morta da anni. Un giorno Pereira assume come suo collaboratore un giovane che invece qualche idea politica ce l'ha (in realtà, la più estremista è la fidanzata di questo giovane) e poco a poco comincia a scuotersi, a rendersi conto di quello che gli succede intorno e alla fine troverà il coraggio di beffare il regime salazarista, facendo pubblicare un articolo di denuncia, e di abbandonare il suo paese.
Interessante è il colloquio tra Pereira ed il suo medico: al giornalista, che gli confida che da un po' di tempo si sente turbato, il medico risponde esponendo una teoria dei medici-psicologi francesi, secondo la quale non abbiamo una sola anima ma una confederazione di anime, sulla quale domina quella egemone ma, a volte, può succedere che sia un'altra a prendere il sopravvento, con i turbamenti naturali che caratterizzano la metamorfosi che ne segue. C'è da augurarsi che come succede a Pereira, anche per altri giornalisti ed intellettuali ci sia un cambio nel "posto di comando" della confederazione delle anime e cominci una metamorfosi  "sociale".

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