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domenica 15 gennaio 2012

Succede un 48

E' giunto il momento del nostro riassunto degli eventi storici che caratterizzano questo periodo.
Nel 1830 il Belgio conquista la sua indipendenza (il Congresso di Vienna lo aveva unito all'Olanda, per creare uno Stato cuscinetto), così come la Grecia che si era sollevata otto anni prima contro i turchi.
Spostiamoci, però, nel nostro paese e vediamo di sintetizzare quali erano gli equilibri politici in quegli anni. L'Italia, così come la conosciamo ora, non esisteva; era divisa in stati e statarelli, con gli Austriaci a Nord ed i Borboni a Sud e l'unico Stato ad avere, oltre che l'indipendenza, un qualche peso sulla scacchiera europea era il Regno di Sardegna (ossia il Piemonte). L'idea di Italia nasce nei salotti dell'aristocrazia e ha uno dei suoi massimi teorici in Giuseppe Mazzini, il fondatore della Giovane Italia, un'organizzazione che aveva come fine quello di creare una repubblica democratica unitaria. Nei libri di scuola spesso non viene riportato, ma Mazzini fu davvero un intellettuale di altissimo livello ed il suo pensiero ebbe una grande influenza in tutta Europa. 
Fatta questa dovuta introduzione, passiamo, senza indugio, ai moti che scossero l'Europa nonchè la nostra penisola.
I moti del '48, furono, infatti, diretta conseguenza dei moti parigini e viennesi, e sfociarono in insurrezioni in quasi tutti gli Stati italiani. A Venezia la popolazione insorse e proclamò la Repubblica; a Milano, in 5 eroiche giornate, la rivolta popolare costrinse gli Austriaci a ritirarsi nel Quadrilatero; a Parma gli insorti costrinsero il Duca a concedere la Costituzione (giova ricordare che la rivendicazione era sempre quella: lo Statuto o la Costituzione [cosa che, quando vedevano la mala parata i sovrani concedevano per poi revocarla quando le acque si erano calmate]); a Modena il Duca si dette direttamenete alla fuga.
Tutti questi fatti spinsero Carlo Alberto a dichiarare guerra all'Austria (I guerra d'indipendenza), ed in principio anche i sovrani di Toscana, Napoli ed il Papa inviarono truppe in appoggio ai Piemontesi.
La condotta di Carlo Alberto suscitò  però molte perplessità (incertezze, lentezza, eccessiva fretta di fare l'annessione della Lombardia) e uno dopo l'altro gli altri sovrani ritirarono le loro truppe e alla fine i Piemontesi furono sconfitti definitivamente a Custoza  lasciando Milano nelle mani degli Austriaci ; nel Regno delle Due Sicilie, i Borboni repressero i moti rivoluzionari, mentre in Toscana invece il Granduca si diede alla fuga e venne formato un governo provvisorio.
Anche nello Stato pontificio la situazione precipitò: le agitazioni  del '49 costrinsero il Papa a rifugiarsi a Gaeta e fu proclamata la Repubblica Romana, guidata dal triumvirato Mazzini-Saffi-Armellini. L'intervento dei francesi in appoggio al Papa mise fine all'esperienza della Repubblica Romana e un mese dopo anche Venezia, stremata dalla fame e dal colera, dovette arrendersi agli Austriaci.
Quasi ovunque la vittoria della controrivoluzione fu seguita da una dura repressione; in sostanza, tutte le Costituzioni furono annullate  (salvo lo Statuto Albertino che continuò a vigere nel Regno di Sardegna), mentre quella francese sancì la dittatura di Luigi Bonaparte.
Solo in Inghilterra continuò ad esserci un regime di ispirazione liberale, non perchè non vi fossero tensioni sociali ma perchè le istituzioni seppero mediare efficacemente: non dimentichiamo che il paese dove la  rivoluzione industriale arrivò prima fu proprio l'Inghilterra, che quindi aveva una classe operaia molto forte (e nel 1848, a Londra, Marx e Engels pubblicavano il Manifesto del Partito Comunista [ma di questo ci occuperemo nel prossimo post]).

P.S. Non tutti salutarono però con entusiasmo quella che fu chiamata "la primavera dei popoli".
Aleksandr Herzen, filosofo e scrittore russo, assunse in proposito posizioni molto critiche nei suoi saggi.
In particolare, in occasione della celebrazione della Repubblica Francese nel 1848, sottolineò come, al di là degli slogan, la struttura feudale fosse rimasta intatta.
I liberali, a suo avviso, si erano preoccupati di assicurare la libertà per la propria cerchia,  ma non per le classi sociali più basse.
"Le catene erano state spezzate, ma i muri delle prigioni erano rimasti intatti".
Il pensiero di Herzen influenzerà poi i movimenti populisti ( populista: altra parola impropriamente usata nel dibattito politico di questi ultimi anni).
 

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